Un’ottantina di italiani aspettano lunedì per superare il blocco aereo che li ha costretti in Cina, a Wuhan, dove convivono con la psicosi per la diffusione del Coronavirus. Un aereo militare li riporterà a casa. Degli undicimila connazionali che si trovano in Cina, circa 500 hanno chiesto aiuto alle autorità italiane per accelerare il rimpatrio. Tra loro ci sono tre studentesse siciliane. Una, la 26enne Laura Turdo, arriva da Castelvetrano e studia a Wuhan dallo scorso settembre. Si è trasferita nel campus della CCNU dopo aver vinto una borsa di studio. La giovane, che sta offrendo un puntuale resoconto dalla città fantasma grazie a foto e video postati direttamente su Instagram, è laureata in Lingua e Culture straniere, e si trova nella metropoli cinese per perfezionare il cinese. Peccato che da qualche giorno è barricata in casa. “Di uscire se ne riparla quando avrò finito la spesa” ha spiegato su una story. Laura anche parlato al Giornale di Sicilia, spiegando che “è una situazione surreale. Mi alzo la mattina e il mio primo pensiero è di documentarmi tramite internet”. A Castelvetrano, a casa della famiglia, monta la preoccupazione.

La psicosi da contagio negli ultimi giorni ha ammantato anche il nostro Paese. In Cina c’è pure Chiara Cravotta, di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani, che frequenta da un anno l’università di Tsingtao, nella provincia di Shandong, per approfondire la conoscenza della lingua. Il padre Luigi le ha comprato il biglietto di ritorno in Italia ma subito dopo è arrivato lo stop dei voli e quindi non è potuta più partire. Un appello è arrivato anche dai familiari di Dalila Adragna, alcamese di 25 anni, in Cina da quattro mesi. La ragazza, che si è laureata alla Kore di Enna, si trova a Chengdu, a poco più di mille chilometri da Wuhan. Per loro e per molti altri colleghi lunedì si spalancheranno le porte dell’Italia, anche se ad attenderli – oltre alle famiglie in ansia – c’è pure un periodo di quarantena. Due settimane in isolamento per evitare le il contagio.