Altro che scandalo. La sentenza del Tar sulla passerella di Cannes ci dice che il Balilla, per nascondere le responsabilità dello sporco affare, ha raccontato bugie. Ha detto che la scampagnata era stata finanziata con fondi europei e non era vero: i giudici hanno accertato che i due milioni consegnati all’avventuriero Patrick Nassogne per organizzare la faraonica festa, sono stati prelevati dal bilancio della Regione. Seconda menzogna: ha detto che l’incarico era stato assegnato con trattativa privata perché Nassogne aveva l’esclusiva su ciò che ruota attorno al festival del cinema e non era vero: bisognava dunque bandire una gara d’appalto. Toccherà alla procura valutare i risvolti penali della brutta faccenda. Ma il Balilla, con la sua faccia di bronzo, siede ancora in parlamento: lo protegge Francesco Lollobrigida, suo sodale e potente cognato della Meloni.