Il governo del nulla si rifugia ancora nei commissari. L’ultima pagina cupa l’ha scritta l’assessore al Turismo, Manlio Messina, che ha prorogato il commissariamento della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana fino al prossimo 30 giugno. Si occuperà di tutto il fedelissimo Nicola Tarantino.

La Foss, ricoperta d’onori (in passato) e di scandali (negli ultimi quattro anni), non meritava una fine del genere. Solo qualche settimana fa, infatti, era tornata agli onori della cronaca per le spese folli praticate nell’ultimo periodo, dove, di fronte a perdite ingenti (9,5 milioni) si era deciso per l’assunzione di nuovi orchestrali. Senza, peraltro, passare dal collegio dei Revisori dei Conti per un parere (necessario) sulla sostenibilità economico-finanziaria dell’operazione. In un contesto d’anarchia, questi metodi non stupiscono più di tanto. E infatti, spente le luci dei riflettori, l’assessore ha deciso di dare seguito a questa (in)felice esperienza. Tarantino resta in sella, da solo, senza il sostegno di un Cda che qualche mese addietro si era liquefatto.

Secondo la deputata del Movimento 5 Stelle, Roberta Schillaci, “si trascina così una gestione precaria che ormai è divenuta insensata e inaccettabile. Proprio all’inizio di dicembre – ricorda la parlamentare – avevamo chiesto la fine della stagione del commissariamento, per restituire alla Foss una governance stabile, con un consiglio di amministrazione e un collegio dei revisori dei conti che potessero assicurare un riscontro adeguato sui documenti contabili e futuro dignitoso e produttivo all’ente. Invece, anziché la nomina del Cda, arriva la proroga del commissario disposta dall’assessore Messina, che appare peraltro inopportuna, in un momento in cui non è stata ancora effettuata l’ispezione interna richiesta per la Foss”.

“Da quando mi sono insediata, quattro anni fa, non facciamo altro che parlare di Foss solo in termini di commissari e problemi gestionali”, prosegue la deputata. E ha ragione: a proposito della Sinfonica, hanno tenuto banco l’epurazione dell’ex sovrintendente Giorgio Pace (da parte dell’ex assessore Pappalardo) a fine 2018; i contenziosi e le spese di Ester Bonafede, che è stata a un passo dalla riconquista dell’incarico; le pressioni politiche per far dimettere l’ex presidente del Cda Santoro; le presunte cene sovvenzionate coi soldi della fondazione; le liti per occupare il teatro Politeama; l’esplosione dell’ultimo Consiglio d’Amministrazione; le nomine calate dall’alto dello stesso Tarantino e della direttrice artistica Gianna Fratta (moglie del cantante Piero Pelù). Un purpurrì che nemmeno nelle peggiori telenovelas. A cui, evidentemente, non c’è alcuna intenzione di porre rimedio. Una cosa, però, va fatta notare: nella Sicilia dei commissari – per la Foss, per le ex province, per la viabilità etc etc – ne manca uno. Uno che sia in grado di far approvare i bilanci.