Solo pochi giorni fa mi sono avventurato in un viaggio in auto con destinazione Taormina. Mai pensavo sarebbe diventato un’epopea infinita.

In andata, ho provato a raggiungere la costa ionica impegnando l’autostrada Palermo-Catania. L’esperienza non è da augurare a nessun automobilista essendo elevatissimo il rischio di uno scontro frontale nelle numerose e buie gallerie a doppio senso circolatorio. Decine e decine di chilometri di autostrada resesi impraticabili e sottoposte a lavori in apparenza senza finalità e senza fine.

Immaginando uguale destino per il ritorno, ho pensato di utilizzare la parte costiera impegnando l’autostrada Messina-Palermo. Nella mia infantile idea delle cose ritenevo che quel collegamento – gestito da privati in pedaggio – potesse manifestarsi migliore. L’aspettativa si infrangeva in mille deviazioni e un manto stradale a “gobbe di cammello”. 

Una tragedia stradale in andata, una tregenda d’asfalto al ritorno. E tutto questo solo per percorrere una distanza tra due città non superiore ai trecento chilometri.

Sembra che le cose non siano diverse per raggiungere, da Palermo, la costa agrigentina. Addirittura sulla Agrigento-Catania sono state costruite gallerie poi coperte dalla terra (sic!).

Mentre guidavo cercavo di dare un senso a tutta questa follia. Non so perché, ma qualcosa mi ha ricordato la Fata Morgana ed i suoi effetti. 

Il nome ha un’origine bretone e indicava la magica madre delle acque. La maga erigeva fantastiche costruzioni ricche di mirabolanti torri. L’uomo non faceva in tempo ad avvicinarsi a quelle immense architetture che lo sguardo le percepiva liquefarsi, precipitare nel mare dal quale erano state create. Vi sarà capitato di vederle almeno una volta nella vostra vita. Sono strani fenomeni di rifrazione ottica che manifestano realtà che non sono tali. Chi le scorge non può mai pensare che quelle entità esistano solo nella sua mente. L’erronea ed alterata visione possono avere effetti a volte letali (e a volte positivi) per chi vi si affida scambiando per vero ciò che non lo è.

Noi siciliani ne sappiamo qualcosa perché il fenomeno si presenta, con una certa ripetizione, sullo stretto di Messina. La leggenda vuole che la Sicilia si fosse dapprima salvata dalle invasioni barbariche proprio grazie alla Fata Morgana. Apparve agli invasori in forma di donna facendo credere loro che l’isola fosse tanto vicina da potere essere raggiunta a nuoto. Si tramanda che morirono tutti annegati.

Sempre alla Fata Morgana – secondo la leggenda – si deve la vittoria di Ruggero D’Altavilla sui musulmani. Giunse su un carro trainato da sette cavalli bianchi con le criniere azzurre. Apparsa misteriosamente in mare, la maga trainò gli eserciti normanni verso la vittoria e verso un tempo di nuova luce per la nostra terra.

A questo scenario – galleggiante tra leggenda, mitologia e alterazione percettiva – ho pensato meditando sul destino della Sicilia. Da una parte, la politica ed il governo del territorio con mirabolanti annunci, proclami, progetti, programmi e propositi. Dall’altra, la realtà agli occhi dei siciliani: autostrade devastate dall’incuria e dall’abbandono con collegamenti fatiscenti tra le principali città. Chissà se la Fata Morgana aprirà mai gli occhi dei siciliani sulla Verità…