Si è riunita d’urgenza stamane l’Unità di crisi nazionale della Protezione civile, dopo la richiesta avanzata ieri dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Al centro del confronto la difficile situazione che l’Isola sta vivendo in queste settimane a causa dell’aumento degli incendi, quasi tutti di origine dolosa, e dell’incessante caduta di cenere vulcanica sui centri etnei. All’incontro, in videoconferenza, hanno partecipato il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, il comandante nazionale dei Vigili del fuoco, Fabio Dattilo, il capo della direzione centrale della Formazione dei Vigili del fuoco, Gaetano Vallefuoco, e, per la Regione Siciliana, il governatore Musumeci, l’assessore al Territorio, Toto Cordaro, il capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, il dirigente generale del Corpo forestale regionale, Giovanni Salerno.

Tutti hanno concordato nel prevedere un’estate critica, con temperature alte che non fanno presagire certamente niente di buono. Si stanno valutando iniziative possibili per intervenire sul territorio, anche con la presenza di unità dell’Esercito nelle zone rurali particolarmente vulnerabili. Curcio intanto ha assicurato, su richiesta di Musumeci, il celere impegno della Protezione civile nell’erogare 5 milioni di euro per far fronte alle richieste dei sindaci dei Comuni colpiti dalla cenere vulcanica. La seduta dell’Unità di crisi nazionale ha preceduto l’incontro proprio con i primi cittadini dei Comuni etnei interessati dai disagi. “Molti focolai sono di origine dolosa, altri sono causati dalla distrazione e dalla irresponsabile condotta dei proprietari dei fondi non coltivati o abbandonati – ha detto Musumeci -. La campagna antincendio in Sicilia è partita e stiamo usando ogni mezzo a disposizione. Abbiamo utilizzato tre canadair dello Stato e tutti e otto gli elicotteri della Regione, abbiamo mobilitato a terra tutti gli uomini della Forestale e dell’antincendio. Anche su questo tema la prossima settimana incontreremo l’Unità di crisi nazionale. I piromani sono in piena attività e contro questi delinquenti – non ho difficoltà a dirlo – ci vorrebbe il carcere a vita, perché il danno che fa un piromane al patrimonio botanico, boschivo, alla flora, alla macchia mediterranea è enorme. In un attimo si distrugge ciò che la natura ha creato in 40-50 anni”.

Polemiche sul fronte grillino: “Mentre la Sicilia brucia, il presidente Musumeci distrae il prezioso personale del Corpo forestale per attività di sicurezza e rappresentanza alla ‘sua carissima’ fiera di Ambelia. Si tratta di un fatto assolutamente scandaloso, inaccettabile e soprattutto irresponsabile. Ora, per i roghi chiama in soccorso l’Esercito, come in precedenza aveva fatto per i vaccini. Presto anche i siciliani chiederanno l’aiuto dell’esercito per salvare la Sicilia da Musumeci”. A dichiararlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Giovanni Di Caro. “Anche quest’anno – spiega Di Caro – il governo regionale si è fatto puntualmente trovare impreparato a fronteggiare la stagione estiva senza muovere un solo dito in fatto di prevenzione, dai viali parafuoco, alle coperture economiche per l’anti-incendio. Altro che Esercito, il presidente della Regione non ha fatto neanche il minimo sindacale. A questo punto, Musumeci venga a riferire in aula e ci dica cosa ha fatto materialmente per la prevenzione degli incendi nella nostra Isola”.

Trentaquattro roghi in tutta l’Isola. Situazione più grave a Troina

Ieri mezza Sicilia è andata in fiamme: 11 fronti del fuoco si sono sviluppati in tutta l’Isola, richiedendo l’intervento di 4 Canadair, 2 elicotteri coordinati dal Corpo Forestale della Regione e centinaia di volontari a supporto dell’azione di spegnimento. Fiamme molto estese nel territorio di Troina, in provincia di Enna, dove sono arrivate a lambire i centri di Agira e Regalbuto. I mezzi aerei stanno operando, dall’alba di oggi, nella zona di Feudo Nuovo dove ci sono ancora alcuni focolai. “Il sistema comunale e regionale di protezione civile ha fatto il possibile, ma è una lotta impari contro i delinquenti. Occorre in questi giorni un’azione di polizia e militare da parte dello Stato” ha detto Salvo Cocina, direttore della Protezione civile regionale.

In mattinata fiamme pure a Grammichele, nel Catanese, e a Castellammare del Golfo, nel Trapanese. Ieri sono stati 34 i roghi che hanno distrutto decine di ettari di bosco e macchia mediterranea in tutta la Sicilia. Tra le zone più colpite Partinico, nel Palermitano, dove l’autostrada è rimasta bloccata per diversi incendi lungo la carreggiata. Nel Trapanese i vigili del fuoco sono entrati in azione nella zona di Castellammare, tra Monte Sparagio e Castello di Baida. Ad Agrigento brucia Menfi, mentre a Siracusa, devastata in questi giorni da decine di roghi, un incendio tra contrada Spalla e contrada Targia, sabato, ha provocato l’evacuazione di un parco acquatico e di un albergo. Sempre nel Siracusano, tra Lentini e Carlentini, fiamme ad Avola e Cassibile, a Noto, tra Vizzini e Francofonte.

I Cinque Stelle: gravi danni alla Kalat impianti

“La Regione deve intervenire subito con aiuti economici per ripristinare gli impianti di Kalat impianti, gravemente danneggiati dall’incendio di questa mattina”. Lo afferma il deputato del M5S all’Ars, Francesco Cappello, che, assieme ai suoi colleghi 5 stelle della commissione Ambiente, presenterà nelle prossime ore una richiesta di audizione urgente del presidente delle Regione Musumeci, dell’assessore all’Energia e rifiuti Baglieri e dei sindaci del calatino, oltre che dei vertici dell’azienda, la cui operatività potrebbe risultare gravemente compromessa dal recente rogo. Rammaricati per l’accaduto alla struttura anche i deputati del calatino alla Camera, Gianluca Rizzo ed Eugenio Saitta, che monitoreranno la situazione da Roma attraverso il ministero competente.