“Della Sicilia mi mancano il mare e i colori. Ma ad oggi no: non ho mai pensato di ritornare”. Letizia Di Guardo, quasi 50 anni, è una stilista sui generis. Non possiede un negozio permanente – ne aveva uno a Notting Hill, quartiere bene di Londra, fino a qualche anno fa – e preferisce vendere una decina di altre stiliste, appositamente selezionate, in dei negozi a tempo: “E’ migliore. Ho capito così che la gente non si annoia. Vedo che i clienti amano vedere cose nuove – ha spiegato in un’intervista a “La Sicilia” – Quando hai il negozio permanente i capi magari non cambiano per due mesi”.

Vende anche online, coi negozi pop-up (è così che si chiamano quelli “a tempo”), e con degli eventi che tiene a Londra in precisi periodi dell’anno: da settembre a dicembre e da marzo a giugno. Ma è partita, ventottenne, da Catania a fine anni ’90. Lavorava, anche bene, ma era perennemente insoddisfatta. Così ecco la “follia” che si concede ai giovani: un’esperienza a Londra, dov’era stata spesso per business, e un lavoro (umile) in una pizzeria di Soho. Poi si trasferisce in una caffetteria dove conosce qualcuno che le fa ottenere un corso pagato, di sei mesi, dalla stilista Vivienne Westwood. Ma l’idea di aprire una boutique tutta sua, lontana dagli stereotipi dei grandi negozi di massa, nasce a Portland, nell’Oregon, dove trascorre un paio d’anni assieme al marito Peter, impegnato come direttore della fotografia in un film. Mette a punto il piano, un derivato del sogno americano, che tramuta in realtà una volta tornata a Londra: “Dove ho aperto la mia boutique e portato stilisti americani indipendenti. Da lì è partita la mia avventura nel business del fashion – spiega – Ho fatto sempre mio il messaggio di comprare poco ma di qualità e soprattutto conoscere cosa acquisti. Sono sempre alla ricerca di nuovi talenti e stilisti legati a questo pensiero. La mia clientela è selezionata perché sa come la penso”. Da un anno ha tenuto a battesimo la sua linea – si chiama Home – “molto femminile”.

Ma anche la sicilianità le ha dato una bella mano: “L’80% del mio successo è perché sono italiana, catanese. Tutto ciò che riguarda la moda, il fatto a mano, come risaputo è italiano. Noi abbiamo questa marcia in più. Sarà poi il modo di fare, l’accento esotico, l’empatia. Essere catanese mi aiuta tanto a vendere. Gli inglesi e gli stranieri adorano questo”. Lei ha lasciato Catania, anche se adora ritornarci per brevi periodi di vacanza, ma Catania non ha mai lasciato lei. La vera chiave del successo è tutta lì.