Fuori dal Recovery, ma domani… chissà. La commissione di tecnici istituita al Mit dall’ex Ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, dopo otto mesi ha consegnato la propria relazione al suo successore, Enrico Giovannini. Il gruppo di lavoro, coordinato dal direttore dell’unità di missione, Giuseppe Catalano, ha dato parere favorevole a un paio di progetti, tra cui non rientra quello del tunnel subalveo che piaceva tanto a Giuseppe Conte e Giancarlo Cancelleri. Rimangono in lizza due progetti, come scrive su Repubblica Emanuele Lauria: il primo, già noto, prevede la realizzazione di un ponte a unica mandata. Se n’è occupata la società Stretto di Messina Spa, in liquidazione dal 2013, che aveva già individuato Eurolink (con a capo Impregilo-Salini) come general contractor. Lo stop imposto dal governo Monti rischia di costare allo Stato 700 mila euro di risarcimento danni nei confronti di Webuild (di cui Pietro Salini è amministratore delegato), e che nei giorni scorsi ha flirtato con Musumeci, dicendosi pronta ad andare avanti.

Ma i tecnici hanno dato il via libera anche a un progetto alternativo, che prevede un ponte a tre mandate lungo il collegamento fra Messina e Villa San Giovanni (3,2 km). L’iniziativa è stata rilanciata ultimamente da Italferr, anche se si trova allo stato preliminare. L’infrastruttura, in questo modo, sarebbe meno esposta ai rischi di chiusura legati al vento. Inoltre, potrebbe arrivare direttamente a Messina, e non nella frazione di Ganzirri, come previsto dal piano a).

La relazione adesso è a disposizione del ministro Giovannini. Nel documento, come riporta Repubblica, si sottolinea che un collegamento stabile sarebbe un elemento di completamento della rete nazionale dell’Alta velocità, altrimenti destinata a interrompersi a Reggio Calabria, e consentirebbe una riduzione del 30 per cento dei tempi di viaggio. Dovrà decidere la politica. Sia Draghi che il ministro Giovannini non si sono espressi compiutamente sulla possibilità di realizzare il Ponte, ma il discorso – che si trascina da 40 anni, sempre carico d’illusioni – dovrebbe trasferirsi in parlamento. L’unica cosa certa è che i soldi per la realizzazione dell’opera non arriveranno da Bruxelles nell’ambito nel Pnrr. Non c’erano i tempi, infatti, per veder sorgere quest’eterna incompiuta entro il 2026, la deadline imposta dall’Europa.

Falcone: bisogna partire dal progetto di Eurolink

L’assessore Marco Falcone

“Le ultime notizie che giungono da Roma ci danno ragione. La Commissione di esperti, istituita dall’ex ministro De Micheli, conferma quello che sosteniamo da sempre, cioè la bontà del progetto già esistente del Ponte sullo Stretto come unica strada per scrivere una nuova storia di Sicilia e Sud Italia. Per altro verso, l’ipotesi alternativa di Italferr del ponte a tre campate, ancorché valida e ritenuta fattibile, sarebbe però tutta ancora da impostare. Ecco perché dobbiamo partire subito dal progetto di Eurolink che WeBuild, assieme a Sicilia e Calabria, si è detta pronta a realizzare da subito. Un progetto chiavi in mano, già munito dei necessari pareri e relative autorizzazioni. Il governo Musumeci chiede che non si perda più tempo, facendo anche appello alla chiara maggioranza pro-Ponte presente in Parlamento. Oggi ci sono tutte le condizioni per passare dalle parole ai fatti”. Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, commentando le notizie sull’esito dei lavori della Commissione ministeriale istituita per esaminare la questione dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina.