Renato Schifani ha creduto bene di appuntarsi la medaglietta della Finanziaria approvata quest’anno entro i termini di legge e senza il malefico ricorso all’esercizio provvisorio. Ma il comune senso del pudore avrebbe dovuto forse consigliare al presidente della Regione la via del silenzio. Lui, per questa Finanziaria, non ha fatto nulla. Non ha partecipato ai lavori d’aula, non ha dialogato con le opposizioni, non ha conosciuto la fatica delle notti bianche a Sala d’Ercole. Il merito va a Marco Falcone, l’assessore al Bilancio. Al quale Schifani ha inflitto invece ogni sorta di umiliazione. Non ultima quella di avere scelto, come fraternissimo consigliere e come modello per il proprio governo, un impresentabile Gaetano Armao, predecessore di Falcone al Bilancio e noto alla Corte dei Conti per avere combinato negli ultimi cinque anni tutti i disastri possibili.