Mica male questo tormentone della candidatura di Elly Schlein alle Europee, classica storia di un mondo capovolto. Capovolto come il fatto che un leader dell’opposizione, già in discussione di suo, non si impone come “sfidante” per forza propria, ma sia scelto nel ruolo dalla presidente del Consiglio. Perché, da che mondo è mondo, uno non si sceglie un competitor che lo impensierisce. Se lo trova e basta.

Capovolto come la reazione di fronte all’invito, perché la sfidante prescelta avrebbe potuto, da subito, risfidare, in un senso o nell’altro. Dando comunque un segno di vitalità.

Ipotesi A: denunciare, con postura sicura e voce vibrante, la “finzione” di un premier che trasforma le Europee in un sondaggio nazionale (sempre meglio che governare) rivendicando l’alterità di chi rifiuta l’andazzo. E l’impegno a candidare solo persone che poi effettivamente andranno in Europa in rappresentanza dei territori che l’hanno elette, dunque non se stessa. Continua su Huffington Post