Per convincere Roma a sbloccare in fretta e furia gli oltre 26 milioni utili ad assumere 83 esperti per la gestione dei fondi del Pnrr, la Regione è stata costretta a umiliare se stessa. Mettendo sul piatto le oltre 1.200 pratiche arretrate che intasano gli uffici della burocrazia. Il Giornale di Sicilia le ha passate in rassegna. Nell’ufficio che dà il via libera ai progetti di bonifica delle aree inquinate, dove lavorano 17 dipendenti, ce sono circa 200. E’ lì, secondo l’assessore all’Energia Daniela Baglieri, che potrebbe riproporsi un altro flop nell’intercettare i fondi i provenienza europea (sulle opere irrigue abbiamo già dato: 31 progetti bocciati e 400 milioni in fumo). Un altro record negativo è della Commissione tecnico scientifica che esegue la Valutazione di impatto ambientale. In quegli uffici, da oltre un anno, sono accatastate 450 pratiche: si tratta di progetti imprenditoriali rimasti fermi e in attesa di una vidimatura.

Al dipartimento Rifiuti c’è una seconda area di crisi. È quella che si occupa di concedere l’autorizzazione per i nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti (288 pratiche rimaste indietro). Esemplare il caso dell’ufficio Paur: è la struttura chiamata a dare la cosiddetta autorizzazione unica, che in un solo passaggio fonde i pareri degli assessorati Ambiente ed Energia. L’arretrato è di 50 pratiche, “causate – scrive la giunta – dalla carenza di personale specializzato”. Mentre ai Beni culturali annaspano gli uffici chiamati “alla progettazione, affidamento ed esecuzione dei lavori”. Sicindustria, circa un anno fa, aveva denunciato un arretrato di 900 pratiche, corrispondenti a 2 miliardi di investimenti bloccati. Un salasso che potrebbe costarci carissimo.