Forse le nebbie dell’omertà si stanno diradando. Del censimento da 91 milioni di euro – che la Regione aveva commissionato a un imprenditore di Pinerolo finito al fresco per corruzione, e che oggi risulta indisponibile per l’assenza di una password – si sono accorti anche le testate nazionali. A riprendere i temi della campagna martellante di Buttanissima Sicilia, condotta negli ultimi sei mesi, è stato Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. Che ha ripercorso la storia di un rapporto torbido fra Palazzo d’Orleans e Sicilia Patrimonio Immobiliare, a cui venne affidata nel 2007, per una cifra intorno ai 13 milioni di euro (poi lievitata fino a 91), la ricognizione del patrimonio immobiliare dell’Ente. E che merita approfondimenti ulteriori: sul ruolo di Gaetano Armao, ad esempio, che fu consulente di Bigotti, ma la cui azione – da assessore all’Economia nel 2010 – generò un ulteriore contenzioso con la società dell’avventuriero, che intanto aveva smistato i soldi in Lussemburgo. Il Fatto, poi, si sofferma sull’anomalia della password mancante, che un paio di giorni fa è riemersa nei palazzi della politica. Una politica che per troppo tempo ha fatto orecchie da mercante, riducendo la questione a quisquilia, provando a sotterrarla. Ma che adesso farà meglio a drizzare le antenne: il seme dello scandalo s’è sparso ovunque. Grazie (anche) a Buttanissima.