“Spiragli di pace? No”, mette in chiaro Mario Draghi quando parla della sua ultima telefonata con Vladimir Putin nel pomeriggio. Ma almeno sulla possibilità di sbloccare i porti del Mar Nero dove “sono depositati milioni di quintali di grano” c’è una “disponibilità a procedere”, azzarda, che però va verificata sul campo: “Può essere un tentativo che non avrà seguito”, ammette. È questo il motivo per cui il presidente del Consiglio chiama il capo del Cremlino. Non ne ricava grandi garanzie, ma Draghi annuncia che ne parlerà “con Zelensky per vedere se c’è un’analoga disponibilità”. Solo che la novità di questi giorni è che il presidente ucraino ormai ne ha le tasche piene di quei leader europei che “nutrono l’irragionevole speranza di poter placare Putin”, ha detto oggi intervenendo al Parlamento lettone, prendendosela con gli Stati Ue che usano “ipocrisia e doppi standard” nell’assistenza all’Ucraina, “cercano profitto e sono in grado di pensare solo a reddito, interessi ed estratti conto”. Continua su Huffington Post
Angela Mauro per l'Huffington Post
in Buttanissimi Extra
L’Occidente prende schiaffi da Putin ma anche da Zelensky
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