Come faremo senza l’intelligenza di Emanuele Macaluso? Come farà la politica senza le sue lucide eresie? Che ne sarà della giustizia e dell’antimafia senza il coraggio del suo garantismo e della sua fede nello stato di diritto, senza la sua passione per la cultura delle prove, senza il suo disprezzo per i sicofanti che si aggirano nelle aule dei tribunali e nei sottoscala delle questure? Come farà la sinistra a rinascere e a ritrovarsi senza quelle analisi condotte sul filo di una razionalità inappuntabile e di una esperienza che ha conosciuto le persecuzioni e le lotte contadine, la tragedia del fascismo e il dolore delle zolfare? Come farà la Sicilia senza il suo pensiero mai banale, senza i suoi articoli, senza i suoi libri, senza la sua ironia, senza i richiami a Leonardo Sciascia e alla sete di verità, senza i suoi occhi dolci e disperati? Addio, Emanuele.