Il colpo di coda del governo Musumeci, prima della fine della legislatura, è contenuto nella maxi-manovrina che mette in palio 800 milioni circa e che l’assessore Armao, caparbiamente, ha presentato ai colleghi sabato sera. Tecnicamente, le variazioni di Bilancio rappresentano la fase-2 della Finanziaria approvata lo scorso maggio dopo 4 mesi di esercizio provvisorio e di spesa in dodicesimi. Praticamente è l’ultimo contentino ai siciliani prima delle elezioni.

Con un modus operandi ormai assodato, l’assessore all’Economia aveva fatto accantonare svariate centinaia di milioni (si parlò di un miliardo, addirittura) nell’attesa che si concretizzasse con Roma un accordo di finanza pubblica “a puntate”. L’ultima, perfezionata nei giorni scorsi, ha concesso alla Regione di posticipare una rata del disavanzo pari a 211 milioni e 376 milioni come contributo per la copertura di minori entrate dovute alla pandemia. Più una serie di operazioni tecniche che fanno lievitare fino a 813 milioni la spesa da sbloccare – e immediatamente disponibile – per le esigenze più disparate di precari, enti e associazioni.

Lo schema della ripartizione è in parte vincolato al ddl Stabilità approvato lo scorso maggio che prevede, ad esempio, l’assegnazione di ulteriori 47 milioni ai Comuni per il raggiungimento del budget previsto; avverrà una cosa simile per gli Lsu (15,6 milioni), per gli ex Pip (12,8), per gli operai dei Cantieri di Servizio di Caltanissetta ed Enna (3,5), ma anche per il trasporto pubblico locale (68 milioni) e i collegamenti con le Isole minori (26,8). Si sbloccano inoltre 1,8 milioni per l’Istituto Vite e Vino, 1,2 per l’Istituto Zootecnico, 6 milioni per parchi e riserve, 9,7 per i corsi di formazione del cosiddetto “obbligo scolastico”, 16,9 per la Sas. Questi sono i capitoli delle spese certe, alcune anche dal sapore elettorale (come i 520 mila euro a TaoArte) che la manovra aveva lasciato in stand-by.

Ma rispetto alle cifre “vincolate”, per il governo ci sarà l’opportunità di intervenire con altri 300 milioni, o poco più. A propria discrezione. E’ a questo che serviranno gli incontri in programma fra oggi e domani. A stabilire le priorità. Che potrebbero tradursi in ‘opportunità’ con la campagna elettorale già avviata. L’ultima parola, come sempre, spetterà all’Ars, dove il testo arriverà martedì. Stavolta, però, l’iter dovrebbe riprendere il suo corso naturale, con un passaggio nelle commissioni di merito, in commissione Bilancio e infine a Sala d’Ercole per l’approvazione. Potrebbe scattare – ed è sintomatico che avvenga – la corsa all’emendamento dell’ultimo minuto. In cui i desiderata del governo e quelli dei deputati potrebbero partorire un ‘mostro’.