La Settimana della Moda milanese si è conclusa lunedì 1° marzo e ha portato con sé nuovi cult per il mondo della moda, oltre che una ventata di colori e trend. Il cult assoluto della stagione è stato il digital: ovvero, l’aver reso le sfilate virtuali o averle sostituite con progetti online e fashion films. Sono poche le Maison che hanno scelto di confezionare un evento con la presenza dei soli addetti ai lavori.

In calendario ci sono stati 140 appuntamenti digital, per la stagione autunno/inverno 2021-22, alcune in formato co-ed: l’altro cult della stagione, ovvero un formato che porta in passerella uomo e donna insieme, in un racconto di stile capace di unire la visione estetica maschile e femminile del brand.

L’emergenza sanitaria continua, quindi, a dettare una modalità di fruizione soprattutto online, come già avvenuto il mese scorso per Milano Moda Uomo e, pochi giorni fa, per le Fashion Week di Londra e New York. Queste sono andate, comunque, meglio che le Fashion Week asiatiche. Shanghai, per esempio, ha rimandato la manifestazione al 3 aprile, causa innalzo dei contagi di Covid-19, proprio lì che la presenza fisica era tornata una consuetudine, dopo il rientro della crisi pandemica.

Seppur con altri canali, la Fashion Week milanese rimane ad alti livelli, contando grandi nomi nel suo calendario come Prada, Etro, Moschino, Missoni, Alberta Ferretti, N°21, Valentino, GSDS, MSGM oltre che marchi emergenti. Mentre, la sorella Fashion Week newyorkese fa i conti con lo spopolamento delle passerelle riducendo, da 10 a 7, i suoi giorni: i brand storici ancor prima dell’emergenza sanitaria, infatti, avevano iniziato a diradare la propria presenza, diversificarla e, in alcuni casi, cancellarla del tutto.

Tra gli appuntamenti più attesi della Fashion Week italiana spicca l’esordio di Kim Jones per Fendi e la capsule collection di Alessandro dell’Acqua x Elena Mirò. Ma a sorprendere più della presenza di alcuni Big Names c’è l’assenza, per questa stagione, di Versace che ha dato appuntamento al 5 marzo sempre online.

Il digitale così si è guadagnato un posto importante nella moda e questi ultimi eventi ne hanno dato testimonianza. Le stesse sfilate fisiche, trasmesse in digitale, hanno avuto un riscontro numerico maggiore ed esorbitante, cosa che le case di moda hanno attestato per ciò si prevede che non ne riusciranno più a fare a meno in futuro e affineranno, sicuramente, ancora di più questo mezzo. Infine, ci sono momenti che possono restare solo fisici o solo digitali, lo show fisico è molto importante e caratterizzante, specialmente per gli addetti ai lavori, e trasferisce un’emozione immediata che a volte è difficile replicare con il digitale. Solo lasciando che i due mezzi si fondano insieme, si potrà creare una comunicazione fluida e coerente.