Giuseppe Conte prende sberle ovunque. L’ultima gliel’hanno rifilata in commissione Esteri, alla Camera, dove è stata eletta alla presidenza la forzista Stefania Craxi, che ha superato il candidato grillino Ettore Licheri per 12 voti a 9. L’avvocato del Popolo non l’ha mandata giù: parlando con La Stampa, la definisce “un’operazione di basso conio”, un “tradimento dei patti”, una “azione minatoria per il governo”. La vicenda “certifica che questa maggioranza esiste solo sulla carta. Registriamo che se ne è formata una nuova, da Fratelli d’Italia a Italia viva”, sostiene l’ex premier. Ma lo spettro di una crisi imminente viene allontanato: “Noi continueremo ad appoggiare lealmente l’esecutivo»”, chiarisce. Semmai, per Conte, “questa è la riprova che ci sono delle forze che stanno tramando per spingerci fuori dal governo, ma sbaglia chi pensa che da parte nostra ci sarà una reazione di frustrazione”. Serve però ritrovare un dialogo, “di cui deve farsi carico il presidente del Consiglio”. Con cui il rapporto è logoro. “Voglio confrontarmi in Parlamento”, con un voto – è la richiesta di Conte – quando Draghi riferirà alle Camere prima del Consiglio europeo straordinario di fine mese. E va chiarito, in tempi più brevi, “se si pensa di acquisire Fratelli d’Italia all’interno della maggioranza o se Italia viva, visto il consenso molto basso da cui non riesce a schiodarsi, ha deciso di essere organica al centrodestra”.