“Chi dichiara di aver fatto un taglio del 19%, o ha approvato senza capire cosa ha votato o continua impunemente a fare il doppio gioco, infatti, come recita il comma 13 dell’emendamento presentato da Aricò in aula, il ritocco al ribasso sarà di poco più del 10 per cento, del 10,22 per l’esattezza, praticamente un taglio farsa, aggravato dal fatto che è pure temporaneo”. I Cinque Stelle ci perdono il sonno. Non hanno ancora digerito l’approvazione, da parte della maggioranza e del Pd, del taglio “soft” dei vitalizi. Parlano di un “taglio ridicolo e addirittura farlocco, visto che questi intollerabili privilegi escono dalla porta ma rientreranno fra 5 anni dalla finestra. Se non è questa una presa in giro ai siciliani…”. Il taglio disposto mercoledì da Sala d’Ercole è quello esitato in commissione da Pd (il relatore è Antonello Cracolici) e Forza Italia, che ha assorbito un emendamento di Alessandro Aricò. Calcolatrice alla mano, prevede un taglio del 9% per i vitalizi inferiori ai 37 mila euro annui; del 14% per quelli fra 37 e 62 mila euro; del 19% per tutti gli altri.

“Siamo stati gli ultimi in Italia e, ora possiamo dirlo, anche tra i peggiori – sottolineano le deputate Angela Foti e Jose Marano, componenti della commissione ad hoc – visto che nel resto del Paese ci sono state sforbiciate anche del 40 per cento, originate da tagli antecedenti alla legge nazionale, mentre qui abbiamo solo fatto finta o quasi. Ma la cosa più assurda è l’abile gioco di prestigio che sono riusciti a mandare in scena: i deputati, in un vergognoso abbraccio tra maggioranza e opposizione, non solo hanno fatto finta di tagliare i vitalizi degli ex deputati, ma hanno contemporaneamente aumentato le proprie pensioni, innalzando la base di calcolo per gli assegni”.

Su quest’ultimo aspetto, contenuto all’interno di un emendamento a firma Cracolici-Lupo ed evidenziato dal deputato Antonio De Luca al termine della seduta di mercoledì, è intervenuto anche il capogruppo Francesco Cappello a Live Sicilia. “Le pensioni che si calcolano con il contributivo, verranno calcolate su diaria e indennità messe assieme, e non più sulla sola indennità. E questo aumenterà proporzionalmente gli assegni di pensione che si maturano ai sessant’anni”.

A spiegare il meccanismo del nuovo trattamento pensionistico è stato Antonello Cracolici, dalle colonne di Repubblica: “Abbiamo solo recepito del tutto la norma già applicata in altre Regioni. Il ricalcolo non sarà automatico e scatterà solo per coloro che lo chiederanno e che dovranno versare contributi in più per gli anni precedenti”. Il discorso si aggroviglia un po’: “Nel 2012, quando ci siamo ridotti lo stipendio fissando il tetto a 11.800 euro lordi l’anno, abbiamo previsto come imponibile contributivo una cifra inferiore, pari a 6.700 euro (il resto è la diaria). Le altre Regioni hanno applicato, in base alla norma nazionale, un calcolo contributivo basato su tutto lo stipendio. Il mio emendamento applica questo calcolo anche a noi e con un sistema retroattivo”. E’ previsto inoltre un aumento dell’imponibile del 18 per cento: “E anche questo passaggio lo abbiamo recepito”. Oggi, con una legislatura piena alle spalle, un deputato in carica percepisce 550 euro di pensione. Con l’entrata in vigore della nuova legge, saranno 750 euro. E in parte pagherà l’Ars.

Il deputato Nuccio Di Paola, durante il suo intervento a Sala d’Ercole, aveva inoltre stilato l’elenco delle spese sostenute dall’Ars per mantenere i “privilegi” ai 317 ex parlamentari e ai rispettivi congiunti: “Ma sul sito dell’Ars la sezione vitalizi non si trova. Ho dovuto spulciare fra gli altri contenuti dell’amministrazione trasparente…”.