A quale porta busserà il Bullo per avere – aggratis, dicono a Palermo – gli stessi privilegi sui quali ha piritolleggiato per cinque anni senza mai sottoporsi a quel fastidiosissimo rito che, in democrazia, si chiama “voto”? La porta di Gianfranco Miccichè sembra sbarrata. Si è chiusa anche quella di Licia Ronzulli che, nel 2018, fece di tutto per convincere Berlusconi a proporlo come vicepresidente di Musumeci. Aggratis, ovviamente. Ma si è persa anche la chiave segreta con la quale Antonello Montante gli spalancava le porte dell’antimafia farlocca e che consentiva alla coppia di spacciare ad Arcore l’impostura di una Sicilia pronta a cambiare. Non gli resta che affidarsi agli avventurieri, come Ezio Bigotti, il piemontese che ha incassato dalla Regione un malloppo di cento milioni con un censimento fasullo. Un posticino l’amico Bigotti glielo troverà senz’altro.