Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, non ha voluto partecipare alla conferenza stampa indetta da Nicola Morra, il presidente della commissione nazionale Antimafia, sulla desecretazione di alcuni atti riferiti anche al fratello Paolo, morto 27 anni fa nella strage di via D’Amelio. Il perché, Salvatore, lo ha comunicato a Morra con una lettera: “Non mi sembra si tratti esattamente di una desecretazione – ha scritto Borsellino – ma piuttosto di rendere pubblici dei documenti che fino ad ora erano di difficile accessibilità perché conservati negli archivi della commissione antimafia. Una cosa importante ma un po’ diversa da quella desecretazione che aspettiamo da anni, che anche il ministro Bonafede aveva promesso proprio in via d’Amelio e che ancora non è arrivata. E’ assurdo – ha proseguito il fratello del magistrato – che in un Paese come il nostro, che si è macchiato di tante stragi di Stato, ancora oggi ci siano questi segreti. Vuol dire che non si vuole arrivare alla verità, non ho altra risposta”. “E’ necessario che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva, alla Verità e la Giustizia”.