Mentre Pupo rimaneva bloccato nell’aereo e centinaia di passeggeri stipati nella tensostruttura messa a disposizione dall’Aeronautica, il Presidente della Regione Renato Schifani s’è fatto spazio senza faticare e, grazie a un volo in elicottero, gentilmente offerto dalla Protezione Civile, ieri è atterrato all’aeroporto di Catania.

Dove non c’è spazio per uno spillo, il presidente è stato accolto dal red carpet. Per cosa, poi? Per presenziare a una conferenza stampa infarcita di ovvietà, dove il momento più originale è stato quello dei ringraziamenti a Salvini e Crosetto per averlo assistito in questi giorni (e il ministro Urso? Tiè).

Schifani, accompagnato dall’assessore Marco Falcone e dal commissario di Forza Italia Marcello Caruso, è planato direttamente sulla pista d’atterraggio, dove oggi gli aerei faticano a muoversi e vengono respinti. Una miriade di voli è stata cancellata o dirottata altrove. Non solo. In questo viaggio in business class, il presidente avrà potuto assistere – dall’alto e senza eccessivo fastidio – allo stato pietoso in cui versa l’autostrada Palermo-Catania, meta disperata di “fanatici” viaggiatori che hanno scelto l’Isola nonostante tutto. Forse memori del richiamo del mare di Agrigento (e degli appelli del presidente).

Scavalcare la fila è tipico dei politici. Ma farlo in maniera così plateale, e in una fase talmente critica, è al limite del cattivo gusto. Anziché l’aria condizionata e i giornalisti, Schifani avrebbe dovuto trovare la fila per una bottiglietta d’acqua ad attenderlo. E allora sì che avrebbe schiumato di rabbia. E sarebbe tornato coi piedi per terra. Altro che elicottero.