Il suo ultimo disco si intitola “Bianco”. La sua vita è a colori. Pennellate d’arte che si innestano in quella che giorno dopo giorno è diventata la sua vocazione. La musica. Marian Trapassi è una cantautrice di origine palermitana trapiantata a Milano. Una vera e propria artista capace di aggiudicarsi nel 2004, all’età di 34 anni, il premio Ciampi come “miglior artista emergente”. Oggi di anni ne ha quasi 50. Da ragazza non sapeva cosa fare della sua vita, ma le alternative non le sono mai mancate: “Sono diplomata all’Accademia di Belle Arti – ha rivelato al quotidiano “La Sicilia” – ho sempre amato dipingere e disegnare. Per un attimo la mia strada sembrava quella. Ma già facevo musica e, alla fine, la bilancia ha pesato più da questa parte. C’è sempre un rimando di immagini e di visioni nelle mie canzoni. I colori sono il mio mondo”.

Lo testimonia il nome dei suoi album: il primo, nel 2002, si chiamava “Sogno Verde”. Adesso è il turno di “Bianco”, prodotto da Paolo Iafelice per Adesiva Discografia e distribuito da Self: “Anche se eravamo indecisi sul titolo dell’intero lavoro – spiega Marian – Poi ci siamo resi conto che il colore più ricorrente era il bianco. Ha tante simbologie e tanti rimandi”. L’ispirazione musicale di sempre sonio i Beatles: “Rappresentano la musica con cui sono cresciuta. Li ascoltavo da bambina mentre i miei coetanei sentivano lo Zecchino d’Oro. E’ la mia musica. In un mio disco c’è un brano che si intitola “Help and Pennylane” in cui parlo della musica della mia adolescenza”. Molti dei progetti musicali della Trapassi hanno avuto il teatro come approdo naturale, a conferma di un eclettismo raro: “Bellavita e altri viaggi”, con testi teatrali e regia di Alessandra Faiella è stata rappresentata allo Zelig di Milano.

La sua formazione rock non la affranca a un genere preciso. La Trapassi fiorisce laddove c’è musica. Dove il canto sconfina nell’arte, lontana (spesso) dalle luci dei riflettori. In giro (spessissimo) per gli angoli del mondo, alla ricerca di se stessa e dell’ispirazione buona. Allontanarsi da casa, nel 2014, le permise di tornare alla ribalta con “Bellavita, l’arancia e altri viaggi”, che fu candidata per il premio Tenco e ispirò la Faiella per il teatro. Nel suo percorso una particolare attenzione al genere femminile: nell’ultimo anno è stata coinvolta nel progetto Vita da cantautrice, un tour che l’ha vista sul palco assieme a Roberta Carrieri, Sara Velardo e Pellegatta, in uno spettacolo attraverso il quale le quattro artiste hanno raccontato se stesse attraverso le proprie note.