Non so quanto siano fondati i retroscena con cui si accredita l’eventualità del milionesimo governo ammucchiata, Giorgia Meloni in fuga dalle responsabilità di governo o alla ricerca di una condivisione delle stesse, per la portata delle prove cui è attesa e per il piccolo calibro degli alleati: Matteo Salvini mai andato oltre la tecnica e la teoria dell’assemblea di istituto, e però circondato da sospetti di intelligenza (termine in questo caso spendibile) col nemico russo, e Silvio Berlusconi gioiosamente tornato dodicenne, a fare i pigiama party e la contabilità del suo successo su TikTok. Poco fondati, direi. Più ispirati a una diffusa disperazione di tendenza apocalittica per la vittoria di un partito postfascista cento anni dopo la Marcia su Roma e per il ritorno alla guida del governo di un leader, anzi una leader postfascista quasi ottanta anni dopo la caduta di Benito Mussolini. E poiché sembra impossibile, si pronosticano soluzioni improbabili. Continua sull’Huffington Post