Schifani non replica, non protesta, non grida, non strilla, non urla, non impreca. Schifani tuona. E’ un presidente metereologico quello che viene fuori dallo scontro con il ministro della Protezione civile Nello Musumeci e, più in generale, con il governo Meloni. Ma anche se gonfia i muscoli per apparire gagliardo e leonino, Renato Schifani è ormai alle corde. Aveva già litigato con Lombardo e con Salvini; aveva già rotto i ponti con Marco Falcone, astro nascente di Forza Italia; aveva già compromesso la sua amicizia con Totò Cuffaro. Nel deserto delle alleanze gli restavano solo i patrioti, tenuti a freno da Ignazio La Russa. Ma il corpo a corpo con Musumeci narra un capitolo nuovo e malinconico: il re è nudo, solitario y final. Segno che pure i palazzi romani si sono convinti che, con Schifani, la Sicilia resta quella di sempre. Inaffidabile e irredimibile.