Micciché passa alle vie di fatto. E lo querela

Il presidente dell'Ars, Gianfranco Micciché, è su tutte le furie per le ultime disposizioni che provengono da Roma

“In Assemblea regionale non è possibile falsificare le votazioni”. Lo ha detto Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars, replicando alle accuse dell’ingegnere Tuccio D’Urso, a Casa Minutella. “Può capitare che sia un pianista, ma io due occhi non settanta. Ma lei è così ingenuo da credere che tutti i deputati che le hanno detto in suo favore, lo abbiano fatto davvero?”. E ancora, rivolgendosi all’interlocutore: “Lei ritiene davvero che l’Assemblea regionale abbia organizzato un complotto per mandare via l’ingegnere D’Urso e coprire questo flusso di denaro alle Cayman come lei asserisce? Io non ero presente, ma se lo fossi stato avrei votato a sfavore”. E poi lo sfogo: “Meno male che andate in pensione, tutti quanti siete…”. Lo stesso Micciché in premessa aveva riportato le difficoltà dell’amministrazione regionale siciliana, dove oggi l’età media dei dipendenti sfiora i 59 anni. E si è dichiarato a favore della realizzazione di un centro direzionale fatto con tutti i crismi: “Con l’autorizzazione del comune di Palermo, con una commissione di valutazione scelta in maniera serena e non di parte. Che tutti siano catanesi non va bene”. Miccichè ha confermato di voler querelare D’Urso: “Finché non viene ritrattata sarò costretto ad adire le vie legali. L’Assemblea la tutelo io e meglio di chiunque altro – ha ribadito nel finale -. Lei ha tutelato per 33 anni la Regione siciliana con tutti i casini che avete combinato?”.

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