La cerimonia del Ventaglio indica che è quasi estate. Così, di fronte alla stampa parlamentare, Gianfranco Micciché fa il punto sull’attività dell’Assemblea regionale. La prima questione riguarda il numero delle leggi impugnate da Palazzo Chigi. Sempre meno, secondo il massimo inquilino di Sala d’Ercole: delle 28 approvate quest’anno, di cui 19 di iniziativa governativa, “il 6,4 per cento degli articoli votati è stato impugnato mentre l’anno scorso il tasso di impugnazione era stato dell’8,3. E’ necessario – ha detto Micciché – che arrivino in aula disegni e proposte di legge che abbiano superato il controllo sulla loro correttezza tecnica e giuridica. In aula si dovrebbero discutere solo problemi di natura politica”. A proposito di leggi, il presidente dell’Ars spiega che “non abbiamo fatto molte riforme”, ma “ad esempio secondo me non ne serve una dei rifiuti”.

I giornalisti sono tornati a incalzarlo sulla ricandidatura di Musumeci: “Il presidente della Regione ha tutto il diritto di questo mondo di porre la sua candidatura. Ma se è un fatto naturale – precisa – questo passaggio avviene naturalmente e non c’è bisogno di chiederlo, né di aprire il dibattito. Se si apre, vuol dire che qualche problema c’è. Comunque è ancora presto”. Il commissario regionale di Forza Italia sembra convergere, lentamente, su un atteggiamento più prudente, dopo aver spiegato, allo Spasimo, che “questo è il miglior governo possibile”. Rimangono i dubbi sulla prossima formula politica: “Giorgia Meloni non fa parte del governo Draghi. Non possiamo fare finta che non sia così – ha detto Micciché -. Non so fare previsioni su centrosinistra e centrodestra. Il terzo polo è un grande punto interrogativo e non sappiamo cosa avverrà nel Movimento 5 Stelle”.

C’è un’emergenza che sta crescendo nel periodo pandemico. “Sono le nuove povertà”, ha detto Micciché. “C’è da essere preoccupati e temo che in autunno avremo forti tensioni sociali”, ha aggiunto. Il dato emerge dal confronto con le maggiori associazioni di volontariato che hanno decuplicato gli interventi di sostegno per persone che si trovano in difficoltà. “A volte cambia la condizione di persone che vengono a cercare aiuto mentre fino a ieri erano proprio loro a darlo”. In queste condizioni, secondo Micciché, vanno date risposte positive e non si può sempre dire di no. E’ un problema che proprio la burocrazia vada “alla ricerca del pelo nell’uovo” per fermare alcune iniziative.