Voi lo vedete di spalle, impegnato al pianoforte, abbozzare le sue composizioni; ma alcuni passeggeri, qualche giorno fa, se lo sono ritrovati di fronte all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo. E hanno teso le orecchie verso le note incantevoli emanate da quelle mani. Lui è Tommaso Lannino, 14 anni appena compiuti, figlio d’arte. Il papà, Fabio, musicista e compositore, è il direttore del Teatro Real Santa Cecilia; la mamma, Rosanna Minafò, cura la comunicazione per lo stesso Ente. Anche il fratello maggiore, Francesco, suona la batteria. Un ambiente infarcito di musica e belle speranze. “E allora dai, facci il bis”, chiede qualcuno a Tommaso. Un ragazzo dalle splendide abilità, che ha iniziato il suo percorso in prima media, spinto dalla sua insegnante, Silvia Vaglica, che ci vedeva del buono. “Ha notato in lui l’amore e la predisposizione verso il pianoforte – racconta mamma Rosanna – Il suo primo concerto è arrivato a dieci anni, suonando Einaudi in una chiesa di Monreale”. E’ stata, forse, l’esibizione che ha aperto una nuova pagina della sua vita.

Tommaso Lannino, a 11 anni, in uno dei primissimi concerti

Quella che lo sta rendendo ‘famoso’ agli occhi del grande pubblico, invece, è stata pubblicata sui canali social dell’aeroporto dall’Ufficio stampa della Gesap, la società che gestisce lo scalo di Punta Raisi. Quasi 5 mila visualizzazioni in otto giorni. Il plauso collettivo per un ragazzo ancora giovanissimo, che attualmente studia al pre-accademico del Conservatorio, seguito da Enza Vernuccio (una che di musicisti ne ha ‘allenati’ parecchi). Tommaso, che ha già preso la licenza di solfeggio, dallo scorso anno frequenta il Liceo Musicale con il maestro Davide Cirrito. Ma non è tutto. Questo ragazzo multitasking ha una vita fuori dagli spartiti – che si diverte a comporre – e si dimena a contatto con la natura: da un anno e mezzo circa, infatti, si dedica alla disciplina del Sup (Stand Up Paddle). Per i meno esperti, una derivazione del surf: prevede di rimanere in acqua usando una tavola e una pagaia. Anche lì ci ha saputo fare: sono arrivate le prime medaglie.

Alle prese con la tavola da Sup

“Fa parte di un team che si chiama Water Experience. Un gruppo di trenta ragazzi che si nutre di vita e di sport – racconta la mamma – Fanno escursioni alle 5 del mattino, guardano l’alba, si allenano 3-4 ore al giorno e stanno a contatto con la natura”. Godono della bellezza della Sicilia. Ma Tommaso è anche pronto a restituire qualcosa con la sua bravura, con la voglia di aiutare gli altri (che da sempre lo contraddistingue). Dare una mano al babbo nelle sue produzioni, fra l’altro, gli permette di apprendere qualcosa di nuovo, di assorbire i segreti di una professione che si appresta a diventare anche la sua. Ma anche di scrivere, di comporre, di applicare la tecnologia alla musica. Di renderla innovativa. Un lavoro che parte dal basso e che trova sui social, quasi per caso e di fronte a turisti ignari, la prima sublimazione. “Eddai Tommy, facci ‘sto bis”.