“Nella nostra regione c’è necessità, desiderio, fame di centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Così Nino Minardo, segretario regionale della Lega, alla vigilia della Festa del primo maggio. “Sono convinto – spiega il deputato di Modica – che vi siano i presupposti per la ripartenza e la resilienza della Sicilia e dei siciliani ma che per uscire dalla crisi nerissima e dare davvero una svolta epocale a partire da oggi nessuno sia più autorizzato a sbagliare”. Qui la proposta lentamente scivola sul versante politico, senza mai perdere il focus: “La responsabilità della classe dirigente siciliana è gigantesca, ancor più che nel passato quando di errori ne sono stati compiuti troppi e da tutti. Ora dobbiamo avere un unico faro che ci guidi, un’unica stella polare che indichi la direzione e l’obiettivo comune: il lavoro. Da segretario regionale della Lega – aggiunge Minardo – mi pongo due obiettivi: il primo è quello di non sprecare tempo con le sterili polemiche a cui siamo abituati (e che sono continuate pure in pandemia), il secondo è di privilegiare le iniziative economiche, sociali e culturali che contengano autentici spunti per creare nuovi posti di lavoro ai siciliani. Questi due obiettivi vanno raggiunti con una nuova visione della politica: la dobbiamo smettere con le tiritere sulle candidature, coi tira e molla sulle alleanze futuribili, con gli sgambetti tra avversari ed alleati e con la smania e la mania di protagonismo. Anche perché, lo ricordo a me stesso e agli altri, con questo andazzo di recente è uscita fuori una Finanziaria stentata e insufficiente dall’ARS e in queste ore con il piano vaccinale la Sicilia è penultima tra le regioni italiane come numero di dosi somministrate”.

E ancora: “In Sicilia dobbiamo garantire risorse, incentivi, sostegni, e atti politici per salvare il salvabile delle vecchie attività e per la loro rigenerazione ma, soprattutto, dobbiamo creare le condizioni per nuovi posti di lavoro. Fuori purtroppo dal Recovery Plan, il Ponte sullo Stretto di Messina deve rientrare nei circa 30 miliardi di euro che investiremo assieme e in aggiunta ai fondi europei nel PNRR; la costruzione di questa infrastruttura garantisce 100.000 posti di lavoro. La Lega Sicilia poi combatterà altre battaglie politiche. Quella per aumentare le risorse in specifiche porzioni di territorio dove gli amministratori locali, giustamente, sono delusi dal Recovery. Quella sugli investimenti per turismo, agroalimentare e bio perché in questi comparti ci giochiamo una buona fetta del nostro futuro. Quella, infine, delle parole d’ordine che dovremo pronunciare da domani e per la prossima generazione a venire: “stop alla fuga di cervelli e braccia siciliani, il lavoro sarà qui”.