Moda buttanissima? No, forme libere

E ora chi vestirà le puttanelle, le escort, le partecipanti alle cene eleganti. Dopo l’ultima tornata di sfilate – Dior e Valentino in primo piano perché Gucci lavora sopra, dentro e fuori dalle righe da tempo – iniziamo a domandarci dove si rivolgeranno le signorine, che in Italia sono tante, a cui piace il cosiddetto genere “bodycon”, cioè body conscious, insomma le tipe avviluppate, strizzate, infilate a forza in jeans che ne mettono in mostra le coscione o in abiti a pelle che, in caso di sgradevoli abbondanze, infilano sopra guaine contenitive pesanti e lunghe come camicie di forza.

Ricordate Hervé Lèger? Per qualche stagione, il brand sopperì a entrambi gli scopi (contenimento, esaltazione), con certi abiti fatti di banda elastica che garantivano a chi li indossava un paio di taglie in meno. Avrete notato che non se ne sente più parlare. Adesso, il jeans su ciccia strabordante e gambette corte, o anche il jeans strizzato su forme perfette e arti da fenicottero, rappresenta il massimo del cheap (oddìo, lo è sempre stato, ma si diceva meno).

Complice la tendenza “moda modesta” che arriva dal medio Oriente, ma soprattutto l’imbarazzo di vedersi insaccate come salami, le signora iniziano ovunque, anche negli Usa trumpiani, a volersi in abiti lunghi, fiorati o bordati di piume, ricchi e fascinosi. Minigonne inguinali, vade retro.

Fabiana Giacomotti per Il Foglio :

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