Il percorso – già accidentato – della riforma sui rifiuti doveva approdare in aula all’Ars. Il testo era stato esitato in commissione quasi un anno fa. Ma una nuova pioggia di emendamenti (circa 700), ha convinto la presidente della IV Commissione, Giusy Savarino, a chiedere altro tempo per analizzarli. Micciché ha aggiornato la seduta a martedì prossimo. A difendere il disegno di legge è ovviamente l’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon: “Aspetto tutti in Aula su fatti concreti, dove il cambiamento reale si misura con fatti reali ed è lì che si vedrà chi vuole cambiare davvero e chi invece vuole che tutto resti uguale. Basta con le chiacchiere. Questa riforma allinea la Sicilia al resto d’Italia seguendo le indicazioni di Anac, Corte dei Conti e governo nazionale. La stessa Corte che, nel 2017 ha stigmatizzato, cito testuali parole, “l’esistenza di una situazione difficilmente superabile e alquanto preoccupante, posto che il sistema di gestione dei rifiuti delineato dalla normativa regionale vigente si è rivelato inattuabile”. Ci siamo confrontati a lungo con amministratori locali, sindacati, partiti, associazioni, e siamo aperti a ogni contributo che possa migliorare la norma. La legge garantisce tutto il personale e renderà più efficiente la gestione dei rifiuti in tutta l’Isola. Questa è la realtà. Chi vuole che tutto rimanga uguale, con i disagi per i cittadini, i danni per l’ambiente e gli affari sbagliati, se ne assumerà la responsabilità di fronte ai cittadini siciliani”. La nuova riforma prevede la creazione di nove autorità d’ambito, corrispondenti ai territori delle ex province, in sostituzione di Ato ed Srr che verranno cancellati.