Ritorna la polemica a distanza fra Musumeci e Miccichè. Ma questa volta fa tutto il presidente della Regione, intervistato da Tagadà, in onda su La 7: “Io mi occupo di aprire cantieri e investire per il bene dei siciliani, non di polemiche sterili. Quelle le lascio al coordinatore di mezza Forza Italia, visto e considerato che il 55% del partito appoggia la mia ricandidatura”. Musumeci avrà certamente considerato le figure di Armao, Falcone e Zambuto, i tre assessori che fanno parte della sua giunta, con al seguito il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, e altri ribelli, tra cui il mancato capogruppo Mario Caputo. “Finché non viene creata una regola che vieta un secondo mandato al presidente della Regione non vedo perché dovrei precludermi questa possibilità”, aggiunge Musumeci.

Era stato Micciché, nei mesi scorsi, ad aver innescato polemica. Spiegando che Musumeci non vincerebbe neanche contro un gatto. Poi i partiti ostili al bis del governatore, hanno ottenuto di rinviare la discussione al dopo-Amministrative. Ma la Meloni, intervenendo qualche giorno fa a Palermo, ha fissato la dead-line al 13 giugno. “Mi sembra di notare che la crescita dei consensi nei confronti di Giorgia Meloni stia suscitando qualche gelosia all’interno del centrodestra – ha detto ancora Musumeci -: voglio ricordare agli alleati che essere gelosi di una forza della coalizione alla vigilia di appuntamenti elettorali importanti non è un comportamento responsabile”.

Poi Musumeci si è soffermato sui manifesti contro Forza Italia e Dc inneggianti alla mafia mafia: “L’impegno contro la mafia non può essere un obiettivo programmatico dei candidati, ma un prerequisito ineluttabile per chiunque faccia politica – ha spiegato il presidente della Regione -. In cinque anni il mio governo ha dimostrato di essere impermeabile a qualsiasi ingerenza e sono convinto che anche Roberto Lagalla, che è una bravissima persona, farà lo stesso se eletto sindaco. La mafia di oggi non è la stessa del secondo Novecento: la sua struttura è orizzontale e non verticistica, in quanto agisce cercando di collegarsi con le istituzioni e non di mietere vittime”.