L’ennesimo passo falso di Nello Musumeci si consuma in un vertice di maggioranza ristretto, dove Lega e Autonomisti marcano visita. Segno di un profondo malumore che, come raccontato da ‘La Sicilia’, prende il sopravvento nella mattinata di ieri: il governatore sale a palazzo dei Normanni, nella stanza del presidente Gianfranco Micciché, e gli prospetta uno scambio che scambio non è. Il ritorno in giunta di Ruggero Razza, che si è dimesso dopo l’avviso di garanzia del Gip di Trapani, nella posizione occupata da Marco Falcone (le Infrastrutture). E quest’ultimo, invece, alla Salute. In linea di principio a Miccichè potrebbe andare bene: sarebbe lieto per il ritorno di Ruggero, ma “l’assessore – è il messaggio del vicerè berlusconiano – ce lo scegliamo noi”. Di certo non Falcone, primo rivale interno del commissario azzurro e troppo schiacciato sulle posizioni di Musumeci. Così la trattativa s’interrompe, con la promessa di riparlarne in seguito.

In realtà Musumeci avrebbe voluto prospettare la soluzione, a cose fatte, nel corso di un incontro convocato nel pomeriggio coi capi della maggioranza. Ci sono Giampiero Cannella e Salvo Pogliese, di Fratelli d’Italia, e lo stesso Micciché. Ma a farsi notare sono gli assenti: Nino Minardo, segretario regionale della Lega (trattenuto a Roma per impegni parlamentari), e Roberto Di Mauro, il leader degli Autonomisti, che con la Lega è federato. Di Mauro rinfaccia a Musumeci “di fare prima gli incontri bilaterali per poltrone e scelte delicate, poi i vertici con tutti”. Il Carroccio non si esprime ufficialmente, ma sembra d’accordo. La notizia di un possibile avvicendamento tra Razza e Falcone scalda gli animi in un centrodestra sempre più ammaccato. Da fonti lombardiane emerge un certo malumore non soltanto sui modi, ma anche sulla sostanza, dato che Scavone avrebbe un profilo migliore per l’assessorato alla Salute. Anche Fratelli d’Italia, che al netto di pochi brusii, si è sempre rivelato un alleato fedele, ha qualcosa da ridire. E persino Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, stando a ‘La Sicilia’, non l’avrebbe presa bene: “Perché non uno di noi per il posto di Razza?”.

Il summit serale, con un goffo tentativo di selfie da parte di Cannella, si conclude con un nulla di fatto. Resta chiuso nei cassetti un documento che lo stesso Razza aveva preparato con i deputati del suo gruppo per blindare il bis di Musumeci: una sorta di mozione di fiducia nei confronti del governo regionale, con una postilla in cui si chiede al presidente della Regione la disponibilità a ricandidarsi. Un giochino scontato e programmato da mesi. Solo che queste fughe in avanti, e la scarsissima capacità di coinvolgere gli altri nel processo amministrativo e politico, sta allontanando sempre di più Musumeci dai suoi alleati. Forse irrimediabilmente.