La Protezione civile regionale, su disposizione del Dipartimento per la programmazione strategica, ha ritirato delle mascherine cinesi non a norma da alcuni ospedali siciliani: si tratta del Buccheri La Ferla e dell’Ismett di Palermo, del Giglio di Cefalù e del centro neurolesi Bonino Pulejo di Messina. I dispositivi di protezione fanno parte del lotto su cui indaga la procura di Gorizia, che ha disposto il sequestro di 60 milioni di presìdi in tutta Italia. Non è chiaro il numero delle mascherine già utilizzate, o in giacenza nei magazzini, prelevato in Sicilia. Secondo le indagini della magistratura avrebbero filtrato il 10% in meno di quanto dichiarato. La procura ipotizza il reato di frode nella fornitura e sta cercando di risalire all’intera filiera, che parte dalla vecchia struttura commissariale diretta da Domenico Arcuri (poi rimosso da Draghi). Nel frattempo si sta valutando a quali rischi può essere stato sottoposto il personale sanitario che ha indossato i Dpi. Al termine di un’attenta ricognizione, anche in Sicilia sono scattati i sigilli.