Profuma di vino e di calcio la storia di Nando Papa, head sommelier al Verdura Resort di Sciacca, una della più maestose strutture siciliane dell’Isola. Di vino, perché la passione è sbocciata nel 1990, quando da “semplice” cameriere, gli bastò ammirare l’eleganza di un uomo che girava tra i tavoli con una bottiglia in mano: “Tutti i pomeriggi da cameriere al Villa D’Este di Cernobbio – raccontava qualche anno fa, come riportato da Cronache di Gusto – gli davo una mano a portare su i vini per la selezione giornaliera, la cantina del giorno. Mi faceva fare tutte le scale con una sola bottiglia alla volta, portata come fosse un bambino appena nato. Lì capii e decisi dentro di me che avrei voluto diventare come lui”.

Ma sa anche di calcio, perché negli anni del grande Napoli di Maradona, Papa intrecciò la sua vita con quella del Pibe de Oro. Era il 1985, non aveva ancora coltivato la passione del vino, e lavorava in un ristorante napoletano – “Rosolino” – di proprietà dei genitori del famoso nuotatore, che sarà anche medaglia olimpica: “Maradona veniva almeno una volta alla settimana – ha raccontato Papa di recente a Repubblica -. Il locale in seguito divenne anche lo studio di una trasmissione sportiva. E naturalmente quel giorno della settimana c’ero anche io. Ho visto passare grandi personaggi come Walter Zenga”.

Ma l’incontro ravvicinato col Pibe, benché Papa non mastichi molto di calcio, gli è rimasto impresso: “Gli piaceva invitare a cena i colleghi che si trovavano a Napoli, e ogni sera a tavola non mancava lo champagne. Tra i suoi piatti preferiti c’erano spaghetti alle vongole e insalata di polpo. E naturalmente la pizza napoletana fatta con pomodoro, olive nere, capperi e acciughe, senza mozzarella. Mi apprezzava molto, tanto che il suo manager Guillermo Coppola, mi chiese di lavorare alla festa della figlia di Diego. Ho ancora viva l’immagine di quella serata”. C’era anche il cantante Pino Daniele.

La carriera di Nando si snoda anche oltre Maradona. Appresa l’arte del vino, comincia a girare il mondo. Dalla Campania, si sposta negli Stati Uniti, dove lavora per due anni tra San Francisco e Washington DC. Diviene consulente per la carta dei vini e addestramento del personale al bistrot Aida di Baltimore e al Cafè Milano di Washington. Per sette anni insegna nella più grande scuola alberghiera per chef d’America, la Annie Arundel School. Poi diventa capo sommelier per sette anni al ristorante Rossellinis (2 stelle Michelin) dell’hotel Palazzo Sasso di Ravello in costiera amalfitana. Infine arriva al Verdura, alle dipendenze di Rocco Forte. Nel 2018 ottiene il riconoscimento “Chevalier” dell’Ordre des Coteaux de Champagne. Papa, casertano, dirige uno staff di quattro sommelier, una wine list con 700 etichette e una cantina con oltre 5 mila bottiglie.