La Sicilia (e mezzo Sud) è flagellata dal fuoco, Milano e (mezzo Nord) è flagellato dall’acqua, mentre mezzo governo a palazzo Madama è schierato in Aula sul nulla, perché tutti sanno che è tutto finto, che le sfiducie individuali non portano a niente, se non vantaggi e svantaggi di una recita a favor di camera. E se c’è un filo che spiega questo icastico rovesciamento della realtà è proprio l’assenza di uno straccio di spirito pubblico che esigerebbe, naturaliter, la non presenza di Daniela Santanchè in quel ruolo, a prescindere dall’annunciato rinvio a giudizio e la presenza altrove degli altri protagonisti della recita: quel campione di Matteo Salvini, che dopo duecento dichiarazioni sul Ponte, con Palermo avvolta da una nuvola di diossina, una polemica con Don Ciotti, l’auspicio che si formi una maggioranza europea con i neo-nazisti di AfD, fa sapere, bontà sua, che “è in contatto con i sindaci”; si contende il podio con Nello Musumeci, che è stato pure governatore dell’Isola e dovrebbe occuparsi di Sud e Protezione civile, ma evidentemente non ha ritenuto di avere impegni più urgenti. Continua su Huffington Post