Oggi ho pianto.
Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria.
Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico.
Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera.
Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente.
La verità giudiziaria non cambia niente per me: ho sempre saputo che mio padre è stato attaccato sui media e non solo per colpire altri. Ma oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora lo sanno tutti, non solo la sua famiglia.
Lo sa il popolo italiano, nel cui nome la sentenza è stata pronunciata.
Lo sanno le Istituzioni di questo Paese che io ho servito con dignità e onore.
Lo sanno gli avversari politici che mi hanno chiesto le dimissioni per reati che mio padre non aveva fatto.
Lo sanno i talk che hanno fatto intere trasmissioni contro di me e di noi e che non dedicheranno spazio a questa vicenda.
Lo sanno gli odiatori che mi hanno insultato spesso con violenza verbale e frasi sessiste nel silenzio complice e imbarazzato di tanti.
Questa vicenda ha segnato la mia vita e la mia carriera molto più di quanto uno possa pensare: ma le lacrime di oggi sono lacrime di gioia e di speranza. Perché nessuno debba subire quello che ha subito la mia famiglia. Combatterò per una giustizia giusta. E ringrazio quei tanti magistrati che in ogni angolo del Paese fanno prevalere il diritto sull’ingiustizia.
Grazie a chi mi è stato vicino.
Ti voglio bene babbo.