Più che la Finanziaria di Schifani, quella approvata in tarda mattina, dopo un tour de force di 24 ore, appartiene al suo rivale interno: quel Marco Falcone che già scalda i motori per le Europee. Anche le opposizioni affidanio i propri ringraziamenti e sentimentalismi all’assessore all’Economia, meritevole di aver evitato l’esercizio provvisorio dopo 21 anni di fila. “In conclusione di questo percorso – scrivono in una nota i deputati di Sud chiamna Nord, capitanati da Cateno De Luca – vogliamo esprimere il nostro ringraziamento all’assessore Falcone. Sotto il profilo ragionieristico ha fatto un ottimo lavoro. E questo per noi è importante perché così come abbiamo spiegato più volte per noi è fondamentale quando arriveremo al Governo trovare le carte in regola almeno sotto il profilo contabile”.

E ancora: “All’assessore Falcone va inoltre il merito di aver saputo conciliare le legittime richieste che sono arrivate dalle opposizioni con la posizione della maggioranza di Governo. Comprendiamo che fosse in una situazione complicata, orfano della guida del presidente della Regione. Nonostante ciò ha dato prova di responsabilità. Auguriamo all’assessore Falcone una buona campagna elettorale e che possa arrivare in Europa”.

Falcone, tirato in ballo, si gonfia il petto: “È un momento storico, oltre ventiquattro ore di maratona parlamentare ci consegnano la Finanziaria dei siciliani e per la prima volta dopo ventuno anni ininterrotti, scongiuriamo l’esercizio provvisorio per la Regione. Abbiamo messo in campo una Legge di stabilità – dice Falcone – che mette in sicurezza i conti, abbatte il precariato, garantisce i servizi ai siciliani e manda segnali importanti verso i Comuni, le imprese e l’occupazione. Abbiamo dato dimostrazione di come anche la Sicilia possa raggiungere i risultati che merita a testa alta, facendo bene i compiti a casa e rientrando in parametri virtuosi. Ci dotiamo oggi di una Legge di stabilità seria e solida, che offre certezze al tessuto socio-economico della nostra Isola grazie ai quattro pilastri: sostegno ai Comuni, lotta al precariato, incentivi per le nuove assunzioni, investimenti e servizi sul territorio”. Il maxi emendamento con tutti i provvedimenti-mancia (per entui, comuni e associazioni), è stato stralciato dal testo prima della votazione finale e approvato, subito dopo, a parte

La Regione, al netto dell’utilità della manovra, l’ha portata a casa in tempi utili. Come ribadisce lo stesso Schifani, quasi del tutto assente in aula: “La coalizione che sostiene il governo – ha detto Schifani – ha dato ancora una volta dimostrazione di compattezza e di solidità. Voglio sottolineare in ogni caso che evitare l’esercizio provvisorio non era un’impuntatura mia e del mio governo, ma un’esigenza sottolineata anche dal mondo delle imprese per liberare risorse certe in tempi celeri per lo sviluppo della nostra economia”. Anche se la compattezza della maggioranza ha vacillato: nel corso della lunga nottata di Sala d’Ercole, il governo è andato sotto quattro volte, sull’articolo 2, per effetto del voto segreto. Non è passata una norma ad personam per il sindaco di Cerda, il leghista Salvo Geraci, che avrebbe fruttato un milione di euro al suo comune. Un emendamento del M5S a firma della deputata Martina Ardizzone, ha stoppato la norma governativa che prevedeva lo stop alle sanzioni per i Comuni che non destinano il 2 per cento dei trasferimenti regionali a progetti di democrazia partecipata.

Esecutivo battuto, inoltre, sul comma 20 che destinava un milione di euro per i Comuni con una superficie superiore ai 300 chilometri quadrati e una popolazione superiore ai 30.000 abitanti “che non siano capoluogo di Città metropolitana o di libero Consorzio comunale”. Cioè Monreale e Caltagirone. Passa la norma sulla stabilizzazione a 24 ore dei precari Asu, “un provvedimento – secondo l’assessore Nuccia Albano – che darà dignità lavorativa a tante famiglie che per circa 30 anni hanno vissuto nell’incertezza”. Per il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro, “restano evidenti le occasioni che sono andate perse per colpa della miopia di governo e maggioranza che avrebbero dovuto prevedere misure ben più ampie per diversi settori a partire da agricoltura, lavoro e sviluppo, ed invece hanno preferito la strada dei tanti piccoli interventi dal sapore clientelare”.

Approvati, infine, gli incentivi ai medici dei pronto soccorso e delle aree di emergenza delle zone disagiate. La norma del M5S accorpata a quella governativa, non soddisfa in toto il capogruppo grillino Antonio De Luca: “Purtroppo abbiamo fatto meno di quello che si doveva e che era possibile fare. Lo stanziamento infatti è stato portato a 10 milioni dai venti milioni previsti a inizio finanziaria. Oggettivamente questo non è accettabile e Schifani doveva imporre un rimedio, trovando altrove le somme necessarie. L’incentivo per i medici dei pronto soccorso e delle aree disagiate dovrebbe essere in verità il punto di partenza di una serie di interventi che garantiscano all’intera categoria dei sanitari e parasanitari del settore pubblico situazioni economiche e lavorative migliori”.