Fino a quando resterà in piedi Marcello Caruso, il coordinatore regionale di Forza Italia? Per un anno ha fatto da sgabello agli umori e ai rancori di Renato Schifani, senza mai un’obiezione. Ha coperto la demolizione, con i caterpillar di Palazzo d’Orleans, dell’impero intestato per quasi trent’anni a Gianfranco Miccichè. E su quelle macerie ha organizzato il reclutamento, con ogni mezzo, di tutti i transfughi, i traditori e i pagnottisti smaniosi di abbandonare la nave che affondava e di saltare sul carro del vincitore. La storia non ricorda altro: non un’idea, non un progetto. Solo operazioni invisibili. Fino alla settimana scorsa. Quando il congresso di Roma ha disvelato la realtà di un partito lacerato da faide e vendette; persino da una spedizione punitiva sulla quale si è già posato l’occhio severo del segretario Antonio Tajani. Quanto resisterà Caruso?