A poche ore dal patto fra Pd e Azione, che mette insieme Letta e Calenda per le prossime Politiche, a Palermo riemerge dalle macerie il “campo largo”. Merito di Giancarlo Cancelleri. Il sottosegretario alle Infrastrutture, che al prossimo giro non potrà candidarsi a nulla per aver già esaurito i due mandati, lancia un salvagente a Caterina Chinnici, che non più tardi di dieci giorni fa – sembra passata un’epoca – si è aggiudicata le primarie di coalizione. L’ex coalizione con Pd, M5s e Cento Passi.

“Io sono stato sempre convinto che rispettare gli impegni sia segno di maturità e di serietà – ha detto Cancelleri a Repubblica -. Abbiamo partecipato alle primarie. Le ha vinte Caterina Chinnici. È la nostra candidata: dobbiamo sostenerla con ogni mezzo e con ogni energia. Andare a rompere solo perché a Roma litigano sarebbe un reato contro il buonsenso”. Era stato il suo leader, Giuseppe Conte, ad annunciare la linea dura sulle alleanze. Non più tardi di qualche giorno fa, al Fatto Quotidiano, aveva spiegato che “nelle amministrazioni già insediate è prioritario rispettare il voto e il programma presentato in campagna elettorale”, e invece “laddove questi percorsi non si sono ancora compiuti vale la coerenza con i cittadini. Non siamo disponibili ad assecondare politiche dei due forni facendo finta che quello che accade oggi a Roma non incida domani sui territori”.

Ma i Cinque Stelle sembrano già averci ripensato. Per la gioia del Pd, che li aveva chiamati al rispetto di una “obbligazione politica”, come l’aveva definita il segretario Barbagallo. “Se non ci alleassimo ci batterebbe anche un gatto, per dirla con Gianfranco Micciché, e governerebbe ancora un centrodestra che ha creato danni enormi alla Sicilia”, si giustifica Cancelleri. Adesso toccherà alla Chinnici, che non prende mai posizione su nulla, scegliere i suoi compagni di viaggio. Anche se, prevedibilmente, la candidata a palazzo d’Orleans passerà la palla al partito (di cui non ha la tessera), che si trova di fronte a un bivio: accettare la presenza dei Cinque Stelle – Barbagallo ha confermato che la Chinnici sarà sostenuta da quattro liste, compresa quella grillina – significherebbe restringere il perimetro e tenere a debita distanza Azione, +Europa e Italia Viva, che dopo la caduta del governo Draghi avevano implorato di fermare la macchina delle primarie.

Ferrandelli, col risultato ottenuto a Palermo, ha dimostrato di poter essere una risorsa. Ma Calenda ha sempre ripudiato un’alleanza coi 5 Stelle e difficilmente cambierà idea sulla Sicilia. A meno che la politica dei due forni, che nell’Isola tende a insabbiare i processi romani, non riesca a prevalere anche dalle sue parti.