E’ stato un rimpastone – cambiano 6 componenti su 8 – di cui il sindaco Leoluca Orlando si prende ogni responsabilità. Anche se per la prima volta sono stati i partiti a dettare la linea. Sia per gli uomini (e le donne) da mandare in avanscoperta, che per la complicata partita delle deleghe. Il primo cittadino di Palermo ha tenuto per sé l’avvocatura, lo sport e il turismo, mentre ha assegnato al suo nuovo vice, il fidato Fabio Giambrone, quella – delicatissima – al Personale (oltre a Polizia Municipale, decoro urbano, Innovazione e Comunicazione: un super assessore). Sono soltanto due gli uscenti della nuova giunta: Giovanna Marano, che continua il suo impegno con Scuola e Lavoro, e Giuseppe Mattina, che alla Cittadinanza Sociale aggiunge Anagrafe e Stato Civile. Si occuperà delle residenze ai migranti, per questo il suo diventa un assessorato chiave. Tra chi esce e chi entra, si conferma l’assetto “rosa” a due punte: la seconda donna, dopo Marano, sarà Maria Prestigiacomo. Non proprio nuova a certi palcoscenici, molto vicina a Orlando, è stata presidente di Amap (l’azienda municipalizzata dell’acquedotto). L’architetto si aggiudica i Lavori Pubblici e dal suo scranno continuerà a gestire Amap e Amg (luce e gas). Hanno salutato la compagnia, oltre ai già annunciati Riolo, Arcuri e Nicotri, anche il vice-sindaco Marino e l’assessore al Bilancio Gentile. La delega passa nelle mani del Pd, che schiera un tecnico molto vicino a Faraone: si tratta dell’ingegnere Roberto D’Agostino.