Il raddoppio dell’Irpef allo 0,8% e altri aumenti progressivi fino all’1,4%, incremento di tutte le tasse partire dalla Tari, delle rette e degli impianti sportivi. Ma anche il dimezzamento delle circoscrizioni e lo smantellamento della macchina comunale, con mille dipendenti in meno rispetto a oggi. Ed ancora biglietto di ingresso di 5 euro per entrare allo Spasimo e vendita della Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, dal 2025. Il piano di riequilibrio che il sindaco Leoluca Orlando ha fatto approvare dalla giunta sabato notte per evitare il dissesto del comune di Palermo, è un’ipoteca ventennale sulla città. Aumenteranno i costi anche per gli ingressi alla piscina comunale, le multe su Ztl e autovelox. Sul piano non c’è il sigillo del ragioniere generale, che di recente aveva “consigliato” di aprire la pratica del dissesto funzionale. Ma la cosa peggiore è che serve l’approvazione del Consiglio comunale entro il 28 dicembre, sempre che giunga il parere favorevole dei revisori. Si tratta di una manovra da 1,7 miliardi che graverà sui prossimi quattro sindaci. Restano in ballo una serie di finanziamenti da Roma.

“Il Comune di Palermo – ha precisato il sindaco – non ha debiti. Siamo solidi nel pagamento dei creditori e deboli per l’incasso della fiscalità locale e soprattutto della Tari. Abbiamo 1 miliardo di euro di crediti affidati a Riscossione Sicilia, soldi non incassati. Per salvare il Comune di Palermo – ha riferito Orlando – la legge di bilancio dello Stato, che deve essere approvata, stabilisce una norma che assegna a tutti i comuni italiani 150 milioni, compresi gli enti locali siciliani e sardi, mentre con un secondo canale di finanziamento altri 50 milioni andranno solo ai comuni siciliani e sardi. Sono contro il partito del dissesto – ha aggiunto –. Se si forma il partito del dissesto si fa un danno alle prossime amministrazioni e non a me, che sarò andato via. Con la dichiarazione di dissesto le future amministrazioni dovranno fare pagare ai cittadini, con manovre lacrime e sangue, ciò che invece si può fare approvando il piano di riequilibrio”.