Palermo è la città che non si redime mai. I rifiuti per strada, le bare accatastate, i cantieri infiniti. E poi l’acquazzone della morte, non dettato e non voluto da chi amministra, ma in grado di seminare vittime (anche la ricerca dei corpi va avanti), perché chi governa non ha adottato una sola contromisura in 35 anni di regno quasi incontrastato. A tanto si riduce l’esperienza del sindaco Leoluca Orlando, capace di lasciare un’impronta sul progresso culturale della città – dove cultura è sinonimo di “alto” e “sublime”, di Teatro Massimo e Manifesta – ma incapace di dettare una rivoluzione ai piani bassi. “Legalità” è rimasta una parola vuota. Così come “ordine”, “decoro”, “rispetto” (dei morti e dei vivi). Una città così stratificata avrebbe meritato cure più profonde e insegnamenti più rigorosi. O il dono dell’esempio. Ma anche questa volta è teatro di profonde delusioni e di immensa vergogna. Una irriguardosa pantomima.

Lo scandalo delle 500 bare accatastate al cimitero dei Rotoli, a cui l’assessore D’Agostino ha promesso di rimediare in tempi brevi, grida vendetta. Calpestare la dignità dei defunti esponendone i corpi al sole e sotto le intemperie, non è una soluzione da paese civile. Ma suona soltanto come un’offesa alle famiglie, un’evitabile pubblicità regresso. Anche l’abbandono indiscriminato dei rifiuti ingombranti sui marciapiedi della città, a cui nessuno fa più caso, è il sintomo di un degrado irreversibile. Che diventa aberrante se scopri che gli operai della Rap, l’azienda che si occupa della raccolta e della pulizia, si mostrano compiacenti (come nel caso di Partanna: tre di loro sono indagati per traffico illecito). E poi ci sono i cantieri. Quelli infiniti. Quelli che paralizzano il traffico e la circolazione, e fanno chiudere i negozi, provati e falcidiati dal rumore perenne delle ruspe. L’anello ferroviario, il collettore fognario, e chi più ne ha più ne metta. Una città dannata, a cui persino una bomba d’acqua in piena estate fa un male cane. E non dite che è la prima volta: allagamenti, in diversi periodi dell’anno, avevano interessato vaste aree di Palermo, compresa Mondello. Più che cospargersi il capo di cenere, servirebbe il fango.

Dopo l’incidente di ieri è partita la caccia ai responsabili. Il nubifragio che si è abbattuto sulla città, che le stazioni meteo e la Protezione civile non avevano previsto, ha provocato paura e (forse) morte. Le immagini drammatiche che scorrono sui social, una rappresentazione surreale di una città galleggiante e in disarmo, ripropongono il tema: di chi è la colpa? Leoluca Orlando non è mai riuscito a guarire le lacune di un territorio devastato, finito sott’acqua in due ore. Ma prova a giustificarsi: “Oltre un metro di pioggia è caduta a Palermo in meno di 2 ore. La pioggia più violenta nella storia della città almeno dal 1790, pari a quella che cade in un anno – ha iniziato Orlando nella sua analisi -. Una pioggia che nessuno, nemmeno i metereologi che curano le previsioni nazionali, aveva previsto, tanto che nessuna allerta di Protezione Civile era stato emanata per la nostra città. Se l’allerta fosse stata diramata, sarebbero state attivate le procedure ordinarie che, pur nella straordinarietà degli eventi di oggi, avrebbero potuto mitigare i rischi”.

Mitigare, ma non impedire. Fabrizio Ferrandelli, che ha sfidato Orlando per ben due volte da candidato a sindaco, ieri s’è ritrovato nei pressi di viale Regione siciliana. E’ riuscito a estrarre le sue figlie dall’abitacolo e mettersi in salvo. E poi, colmo di rabbia e di paura, ha picchiato duro sulla tempestività dei soccorsi. “Non è il momento della polemica che lascio ad altri – ha ribadito Orlando – anche perché so bene che la protezione Civile opera con grande professionalità basandosi su delle previsioni metereologiche fatte da altri e che oggi evidentemente nessuno poteva fare con accuratezza. Quanto è avvenuto deve spingerci ancora di più ad una profonda riflessione e a fare nostra le parole del nostro arcivescovo sul modello di sviluppo che sempre più sta alterando il rapporto fra l’uomo e l’ambiente e il clima del nostro pianeta”.

Non vorrebbe far polemica, almeno in questa fase, però Orlando non rinuncia a togliersi qualche sassolino. Alla conferenza stampa di stamattina, infatti, il sindaco ha tirato in ballo la Regione per la mancata realizzazione di due opere pubbliche che avrebbero risolto il problema. Cioè il collettore sud e quello di Fondo Verde che “recapitano l’acqua piovana ad Acqua dei corsari e a Sferracavallo”. Nel 2014, si è sincerato il sindaco, l’Amap aveva “stilato i progetti di massima”. Poi la Regione “si è avocata i poteri commissariali. Chi doveva fare le opere non le ha fatte. Chiederò un incontro al governo nazionale e regionale per capire come intendono esercitare i poteri visto che il comune è stato spogliato delle proprie competenze”. Il commissariamento è avvenuto “durante il governo Crocetta e fu nominato commissario l’assessore regionale Contrafatto. La gara per il collettore è stata aggiudicata solo di recente, ma è stata sospesa per via di due ricorsi al Tar mentre per fondo Verde siamo fermi al progetto di massima preparato dall’Amap nel 2014”. Il discorso, poi, deborda in politica: “Chiedo rispetto per le eventuali vittime e per lo stato di sofferenza della nostra città che sono da attribuire anche alla responsabilità del presidente della Regione, Musumeci, che credo sia sostenuto dal senatore Salvini – ha asserito il sindaco – Ho trovato più corretta la posizione di Giorgia Meloni che ha espresso solidarietà e non si è avventurata in posizioni squallide”.

Dei dispersi, dopo una notte di ricerche, non c’è traccia. I detrattori di Orlando, però, non mollano la presa. Oltre a Ferrandelli, che ha chiesto la testa di “inetti e incapaci”, è intervenuto sulla questione anche il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Micciché: “Fino ad ora avevo preferito mantenere il silenzio, ma dopo il comunicato del Sindaco di Palermo non posso più tacere – ha detto ieri, in serata -. Il problema sarebbe soltanto non essere stato avvertito per l’imprevedibile evento metereologico? Intanto era prevedibile perché ormai avviene ogni anno! Secondo, sapevamo da anni che esistono problemi alle fognature specialmente nei sottopassi della circonvallazione. Mi dispiace Leoluca Orlando, ma la città di Palermo è totalmente nelle tue mani. Questa è una tragedia di cui siamo responsabili tutti ma tu più degli altri. Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime e profonda gratitudine alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco impegnati in queste ore”.

E mentre il presidente della Regione, Nello Musumeci, sottolinea la “necessità di adottare nuove e urgenti strategie di prevenzione e di pianificazione del territorio, specie in quelli devastati da speculazioni selvagge”, il leader della Lega Matteo Salvini non fa sconti. E cede, ancora una volta, allo sciacallaggio. “A furia di pensare solo agli immigrati – ha scritto ieri il segretario del Carroccio – il sindaco Orlando dimentica i cittadini di Palermo: basta un temporale e la città finisce sott’acqua. Onore e grazie alle Forze dell’ordine, ai Vigili del Fuoco e ai soccorritori impegnati fin da subito nel salvare le persone intrappolate all’interno delle macchine. I palermitani non meritano tutto questo”. Ma nemmeno i migranti, per una volta.