Dopo una seduta-fiume di 30 ore, il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il piano di riequilibrio che permetterà al sindaco Leoluca Orlando di presentarsi col cappello in mano a Roma, per chiedere 400 milioni in vent’anni, utili a salvare la città dal dissesto. Il maxi emendamento di riscrittura presentato dalla giunta, e fatto proprio dalla consigliera Barbara Evola, prevede il raddoppio dell’aliquota Irpef da 0,8 a 1,6 (per garantirsi da subito un gettito ulteriore di 49,5 milioni per il 2022). Stangata anche sulla Tari, che influirà per 80 euro a famiglia. Il piano prevede una “promessa” di stabilizzazione per il personale. “Pur in quadro di scelte difficili per la città, siamo riusciti a garantire che si avvii un processo per l’aumento progressivo delle ore ai dipendenti part-time ed un piano di nuove assunzioni. Un modo per garantire che non si interrompano i servizi ai cittadini”, spiega la consigliera della Lega, Marianna Caronia, che assieme ai colleghi del centrodestra ha abbandonato l’aula per consentire alla maggioranza raccogliticcia di approvare la delibera (assieme al M5s).

A rimarcare la questione personale intervengono i consiglieri Lo Monaco, Randazzo e Amella: “Grazie ai voti decisivi del MoVimento 5 Stelle – sostengono – è passato l’emendamento che permetterà, entro fine anno, l’aumento a 30 ore lavorative settimanali di tutto il personale part-time di categoria A, B, C e D, e a 32 ore dalla fine del 2023, fino ad arrivare a 36 ore entro il 2025. Inoltre, il Comune di Palermo potrà finalmente tornare ad assumere con un piano di 500 nuove unità lavorative a partire dal 2025. L’aumento orario del personale è strategico nell’ottica del complessivo miglioramento di quei servizi che oggi soffrono di note carenze, ad esempio negli ambiti della Polizia municipale, nelle Circoscrizioni, negli uffici cimiteriali e in svariati altri uffici amministrativi”.

Orlando non verrà ricordato come il sindaco del dissesto, almeno quello. L’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, tesse le lodi del primo cittadino: “Immensa gratitudine a Leoluca Orlando, che ha investito energie e competenze, recuperando milioni di euro dallo Stato, per costruire un piano di riequilibrio che mette in sicurezza la città, per l’oggi e per domani. La campagna di mistificazioni di chi voleva il dissesto della città, alla fine, non ha retto. È prevalso il buonsenso contro chi voleva fare uno sgambetto al sindaco e alla giunta, sacrificando gli interessi collettivi della città”. Da parte della Lega il piano di riequilibrio viene definito “fantasioso e ingiusto”, dal momento che “raddoppierà l’addizionale comunale IRPEF a tutti i palermitani. Ieri notte – spiegano in una nota Gelarda, Anello e Caronia – abbiamo fatto un tentativo, quasi disperato, di evitare il dissesto e al contempo non fare raddoppiare l’IRPEF ai cittadini, recuperando somme da crediti che il Comune di Palermo vanta. Purtroppo, la nostra proposta non è andata a buon fine, per mancanza di fondi”.

Più sfrontato Fabrizio Ferrandelli, consigliere di +Europa e sfidante di Orlando alle ultime Amministrative: “La stangata è servita. Per risanare i buchi di 10 anni di gestione, Orlando ci lascerà (grazie a qualche finto consigliere di opposizione) il raddoppio Irpef e 20 anni di ipoteche. Abbiamo resistito per giorni e notti, ma i palermitani ci hanno dato nel 2017 questi numeri e questi consiglieri”. Negativo il giudizio della presidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio: “Il Comune di Palermo non andrà in dissesto ma andranno in dissesto le imprese e le famiglie, che già da anni si sobbarcano il peso di un’economia fragile e le conseguenze della pandemia, e che per i prossimi 20 anni pagheranno le tasse più alte d’Italia in cambio dei servizi al cittadino peggiori. Per privilegiare interessi politici ed elettoralistici è stato messo il cappio al collo di cittadini e imprese che pagheranno il conto di una gestione amministrativa fuori controllo, con ripercussioni anche più severe rispetto alla procedura di dissesto”.

A questo punto, come dichiarano il sindaco Orlando e i suoi assessori, “l’Amministrazione continuerà la sua interlocuzione con il Parlamento e con il Governo per definire le condizioni per fronteggiare una crisi di sistema che ha paralizzato centinaia di comuni siciliani e ha colpito grandi città come Torino, Napoli, Reggio Calabria e, da molti anni, Roma. La città di Palermo, in collaborazione con gli altri comuni siciliani e dell’intero Paese, ha ottenuto nuove norme e l’erogazione di somme inserite nel decreto fiscale e nella legge di Bilancio dello Stato. Risorse e norme che, sin dall’inizio, sono state espressione di una precisa volontà: evitare il dissesto. Il sindaco, a metà febbraio, stipulerà un accordo con il presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dalla legge di bilancio dello Stato, per meglio definire impegni dell’Amministrazione comunale e impegni del Governo nazionale per i prossimi anni”.