Dopo aver determinato un fallimento quasi sicuro – che sarà certificato dal Consiglio federale del 12 con la mancata iscrizione alla Serie B – i Tuttolomondo mettono le mani sul Palermo. Più di prima. L’assemblea dei soci che il Cda, senza la presenza di Arkus Network, aveva convocato per il 5 luglio è stata anticipata a ieri e ha determinato la “cacciata” del presidente Alessandro Albanese e del suo vice, Vincenzo Macaione, che era già in odor di dimissioni. I due non erano presenti all’incontro. Ma il resto del Consiglio d’Amministrazione, cui ha partecipato anche Attilio Coco (le cui dimissioni, presentate la settimana scorsa, sono misteriosamente rientrate), si è dimesso, facendo decadere l’intera struttura. In questo modo i Tuttolomondo, in primi il direttore finanziario di Arkus Salvatore, si sono vendicati delle dichiarazioni di Albanese e Macaione, che avevano preso le distanze dall’operato della proprietà. Nelle ultime ore lo stesso Tuttolomondo aveva affermato di essere sereno e che la Lega di B avrebbe dato ragione ai rosanero, consentendogli di iscriversi al campionato. Come non si è ancora capito. Al Palermo manca infatti una fideiussione da 800 mila euro, ma il club è stato anche multato di 500 mila euro per illeciti amministrativi e non ha pagato gli stipendi arretrati ai calciatori. Altro che Serie B.