Anziché migliorare, la questione si complica. La monnezza in uscita da Palermo è stata respinta alla frontiera catanese. L’Arpa, infatti, ha rilevato che nei rifiuti in arrivo da Bellolampo – lì non possono più stare perché la sesta vasca è satura e il piazzale invaso da trentamila tonnellate di spazzatura – che la parte organica raggiungeva il 20%, quindi fuori norma. Anche se a Palermo sostengono il contrario e pretendono che “gli esami si facciano in contraddittorio”. Nel frattempo, i compattatori della Rap, ormai da settimane impegnati in questi viaggi della speranza, sono stati bloccati all’ingresso delle discariche di Siracusa e Motta Sant’Anastasia, rispettivamente gestite da Sicula Trasporti e Oikos. Si tratta delle due società private che hanno fatto perdere le staffe al sindaco Leoluca Orlando e all’assessore Giusto Catania, che già da tempo sostengono la loro malafede: “C’è un disegno perverso contro il sistema pubblico” ha tuonato il responsabile all’Ecologia. Fin qui la parte tecnica.

La parte sostanziale, invece, suggerisce che da domani la monnezza rimarrà di nuovo sui marciapiedi e per le strade. Dato che non c’è più dove metterla. Il presidente della Rap, Giuseppe Norata, ha ammesso che “siamo in difficoltà”. Un’altra soluzione esplorata in queste ore è il trasporto all’estero, che prevede fra le altre cose il trasferimento dei camion ad Augusta o Trapani per costi che si aggirano sui 16 milioni di euro (6 per il trasporto, 10 per lo smaltimento). Non si è ancora capito, fra Comune e Regione, chi dovrebbe pagarli. Anche l’impianto di trattamento meccanico di Bellolampo è stato rafforzato con un investimento da 50 mila euro al mese per il noleggio di due macchinari che triturino i rifiuti. Servirà a coprire un fabbisogno di 600 mila tonnellate al giorno, ma Palermo ne produce quasi il doppio, quindi è facile capire dove andrà a finire la parte restante: per strada. Già per domattina è stato convocato un vertice dal prefetto Antonella De Miro, cui parteciperanno anche Comune e Regione. Urge una soluzione. Impossibile che sia per sempre.