Dopo le ultime “scoppole” in Consiglio comunale, dove l’opposizione ha fatto man bassa di atti e provvedimenti, e messo in luce la debolezza di Orlando, la coalizione del sindaco ha ripreso a parlarsi. A mezzo stampa, ovviamente. Ad iscriversi alla partita, dopo alcune settimane di silenzio, è stato l’assessore alla Mobilità Giusto Catania: attorno alla sua decisione di reintrodurre la Ztl dal 3 agosto la maggioranza è andata in frantumi. Qualche giorno fa, infatti, in seguito all’approvazione di un atto di indirizzo che impegna la giunta a sospendere il provvedimento, le incomprensioni sono diventate frane. L’abbandono dei lavori da parte di Italia Viva – un atto di protesta nei confronti di Catania – ha fatto inviperire quelli di Sinistra Comune, il gruppo dell’assessore, che hanno chiesto a Orlando “di ripensare alla composizione della giunta se questa non è rappresentativa delle forze politiche”. Ma il professore, ovviamente, prende le distanze. Da tutti.

Così è arrivato l’ingresso in tackle di Edy Tamajo, garante dei renziani: “Abbiamo avuto e abbiamo un eccellente rapporto con il sindaco Orlando – ha detto a Repubblica -. Il problema è che c’è chi come l’assessore Catania procede in maniera unilaterale su provvedimenti che cambiano le sorti della città”. Insomma, il problema è Catania. Il quale, a stretto giro di posta, ha ritrovato la parola. E tirato dentro Davide Faraone, cioè il capogruppo al Senato di Italia Viva, che da qualche tempo traccheggia a destra e a manca per riunire riformisti e moderati – sia a Palermo che alla Regione – in un rassemblement senza estremi. “In questa coalizione si misurano due idee di città, una rispettosa del programma e l’altra meno – ha detto Catania, puntando l’indice contro i renziani -. Orlando non può più dire ‘faccio il sindaco, non sono interessato’”.

L’idea è coinvolgere il “professore”, che dopo aver avuto la bicicletta in regalo, deve necessariamente pedalare. Ma sembra comunque una partita a perdere. Orlando, dopo aver incassato la sberla sulle Ztl, si è visto respingere dal Consiglio anche un piano di pedonalizzazioni “sperimentali”, proposto, per l’appunto, da Giusto Catania. Ma in quel caso non c’era nessuno, a Sala delle Lapidi, a difendere le posizioni dell’Amministrazione. Neppure l’assessore competente. Tanto che il sindaco si è risentito: “Ho preso atto del fatto che il Consiglio comunale, in assenza di contraddittorio, ha restituito agli uffici una delibera importante per l’istituzione di aree pedonali necessarie a sostenere l’attività di esercenti e imprenditori. Ho chiesto agli assessori di dare la massima disponibilità a partecipare ai lavori del Consiglio comunale per spiegare il contenuto e l’importanza di questa, come di tutte le delibere che vengono proposte dalla Giunta”.

In questo marasma generale, l’opposizione nei prossimi giorni presenterà una mozione di sfiducia nei confronti di Orlando. A quel punto i nodi potrebbero venire al pettine. O forse no, perché manca ancora troppo alla fine della legislatura e nemmeno i renziani, che in giunta sono rappresentanti dall’assessore Piampiano, sembrano voler cedere alla tentazione di staccare il respiratore a questa amministrazione. Mancano due anni alla fine della legislatura. Decisamente troppi per rassegnarsi al nulla.