Dobbiamo parlare; ti va di mangiare qualcosa insieme e parlare un po’?

“Sì, volendo sì”.

Che significa volendo?

“Che significa…? Significa che mangiare e parlare… Non so, ‘sta cosa che per parlare si debba stare uno di fronte all’altro e ti devi guardare per forza, non so, è claustrofobico”.

Claustrofobico!?

“Sì… meglio guardare un panorama, un orizzonte, si beve qualcosa… e si parla”.

Ma che c’entra, uno magari vorrebbe anche guardarsi negli occhi no?

“Ma sì… ma quando devi dire qualcosa e c’hai voglia ti volti e ti guardi che sarà mai… e intanto uno si guarda un panorama, un orizzonte”.

Ma così è come se uno parlasse con qualcun altro. Finiremmo per stare zitti, lo so!

“Ma no… L’umanità ha detto le cose migliori stando zitta, credimi non ci pensare”.

Ma che vuol dire dai, i chiarimenti si affrontano con il dialogo!

“No, i chiarimenti si affrontano con le emozioni. Le emozioni si provano stando zitti. Se non sappiamo stare zitti insieme, allora non avremo mai più nulla da dover chiarire. E intanto chessò uno si guarda un panorama, un orizzonte…”.

Non sono d’accordo! Mi sembra un modo per fuggire dalla realtà. Che poi se uno è in disaccordo e magari discute che fa? Litiga con l’orizzonte, dai!

“Ma no dai. Facciamo che litighiamo e vinci tu. Ci diamo la mano e guardiamo l’orizzonte”.