Prima di tutto una donna, una mamma, una nonna. Poi un’imprenditrice impegnata a dedicare anche una buona parte della sua vita all’associazionismo, ma soprattutto una presidente a capo di una delle più importanti realtà istituzionali della città. Patrizia Di Dio, capo di Confcommercio, ha scelto di non omologarsi ad un sistema maschile che rende autoritarie ma non autentiche le leadership. “Il vero ‘potere’ è quello di saper costruire la nostra vita sui nostri affetti, i nostri valori. Il vero potere sta nelle relazioni sociali costruite sull’empatia e non sulla formalità”.

Una nonna a capo di Confcommercio. E a vederla neppure si direbbe. “Mia figlia Ludovica ha deciso di diventare mamma da giovane, quando aveva 22 anni, e così io mi godo questa splendida esperienza – racconta la Di Dio -. Alla fine di una giornata fatta di 12 ore di lavoro spesso mi precipito da mia figlia per poterla abbracciare e abbracciare Beatrice, la mia nipotina. Leggo spesso negli occhi del mio interlocutore lo stupore di scoprire di essere già nonna. Io invece lo rivendico con orgoglio. Per me è una grande affermazione come donna e non mi sento affatto sminuita ad esserlo ad un’età di questi tempi relativamente ‘giovane’. Se sono una nonna giovane deriva non soltanto da un fattore anagrafico quanto dall’amore, dall’entusiasmo, che questa nuova esperienza mi ha dato, mi ha rinnovato”.

La patrona de La Vie en Rose, azienda di successo nell’abbigliamento e nel tessile per donna, punta tutto sull’autenticità. “Amo stare con la gente, amo il prossimo, partecipo con sentimento alla felicità altrui. Mi addoloro per le sofferenze che prova chi mi sta accanto. Il potere non può snaturarci. Non possiamo sedere su una poltrona di velluto e iniziare un percorso di disumanizzazione della nostra esistenza e dei nostri rapporti. Dobbiamo coltivare la nostra umanità. E noi donne in questo abbiamo una responsabilità in più. Dobbiamo contribuire al cambiamento, guidare verso una direzione che dia consapevolezza e importanza ai valori, non solo aziendali ma anche e soprattutto familiari”.

Così, sebbene abbia poco tempo per fare la nonna a tempo pieno il poco tempo libero che ha è per Beatrice, di 3 anni, e per Ludovica. “La più gratificante seduzione l’ho sperimentata con mia nipote – conclude la Di Dio -. Catturare l’affetto incondizionato di una bambina ti dà una pienezza e una tenerezza che difficilmente si può equiparare ad altro. Un nuovo affetto che arriva nella tua vita, pienamente ricambiato, ti dà una nuova energia e questo si traduce in una carica dal potere indescrivibile. Ecco perché gli affetti sono il mio più grande dono, la mia più grande forza”.

Da presidente nazionale del Terziario Donna, Patrizia Di Dio sa bene che lo stereotipo della donna fragile è dietro l’angolo. Per questo argina pensieri e illazioni, mostra il suo lato più autentico, si racconta senza filtri perché spera che possa fungere da volàno per altre donne al comando, ma non solo. “Non mi manca il coraggio di manifestare i miei sentimenti perché non li considero una fragilità – racconta la presidente che è a capo di Confcommercio dal 2015 -. Partire dalla nostra umanità per condurre una casa, un’azienda, un’associazione, una città, un paese intero è la chiave. Metto a nudo i miei sentimenti e questa non è debolezza, non è neppure coraggio. È semplicemente una conquista che da donna rivendico”. Una rivendicazione per sé, per Ludovica, per Beatrice, per tutte quelle donne a cui parla come una mamma e ascolta come una nonna.