Alla manifestazione della Coldiretti a Palermo hanno partecipato anche i deputati di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. “Dobbiamo agevolare il ritorno dei nostri giovani e giovanissimi nelle campagne – ha detto la grillina Stefania Campo – aiutandoli a scommettere a livello imprenditoriale sull’agricoltura di qualità, sull’agriturismo, sul recupero del territorio rurale siciliano. Per questa ragione intendo rilanciare ma migliorandola e rendendola attuale, una norma già esistente ovvero l’Art. 21 della legge regionale 5 del 2014 denominato ‘Banca della Terra di Sicilia’. Grazie a tale legge – rimasta inattuata – sarebbe stato già possibile avviare politiche volte al contrasto dell’emigrazione e, dall’altra, alla concessione di terra da coltivare, rimettendola in produzione e salvaguardandola dal dissesto idrogeologico o dal rischio incendi”. La deputata Roberta Schillaci ha rincarato la dose nei confronti del governo: “Ci sono delle priorità che sono ancora disattese, tra queste ovviamente c’è il PSR, ci sono bandi scritti letteralmente con i piedi che rendono la vita dei nostri agricoltori che vogliono e devono fare impresa, letteralmente impossibile, ci sono condizioni viarie disperate che ci trasciniamo da decenni. Chiediamo di rivedere anche la gestione dei consorzi di bonifica che fanno pagare canoni salatissimi agli agricoltori per l’erogazione idrica, anche molto più esosi rispetto alle altre regioni d’Italia a fronte di servizi idrici pessimi o addirittura inesistenti”.

Critico anche il Pd, per bocca del suo capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo: “Le richieste degli agricoltori siciliani sono legittime, gli imprenditori ed i lavoratori non possono pagare il conto delle lentezze del governo Musumeci. Presenteremo una mozione per chiedere di dedicare una seduta del parlamento regionale ai problemi del settore e per impegnare il governo a trovare soluzioni rapide. Le cose da fare sono molte – aggiunge Lupo – bisogna sbloccare i fondi del PSR, dare sostegno ai giovani imprenditori agricoli, discutere con le associazioni di categoria la riforma dei Consorzi di bonifica, sostenere la zootecnia che è fondamentale soprattutto per le zone montane, sbloccare le indennità compensative per le aree interne. Fino ad ora il governo ha dimostrato di andare a tentoni anche in questo settore, agendo senza alcuna politica di interventi e programmazione”.