Le inaugurazioni di Danilo Toninelli in Sicilia paiono solo di facciata. Quasi a voler giustificare la presenza del governo nei cantieri che contano – c’è profumo di campagna elettorale per le Europee – e dare un colpo alla Tav (per il momento accantonata). Il Ministro delle Infrastrutture, presente per un paio di giorni nell’Isola, ha “aperto” ieri il viadotto Morello sulla Catania-Palermo. Una riapertura del traffico in direzione del capoluogo di Regione. In sostanza Toninelli ha tagliato il nastro sull’unico tratto dell’arteria in cui si sono completati dei lavori da tre anni a questa parte: sono costati 19 milioni su un finanziamento complessivo di 900. Ma è ancora più paradossale ciò che è avvenuto a Catenanuova, all’inaugurazione del raddoppio ferroviario sulla Catania-Palermo. Il cantiere era stato aperto a dicembre e una piccola cerimonia d’inaugurazione si era già tenuta a febbraio con l’assessore regionale Marco Falcone. La mossa di Toninelli sa tanto di deja vù. L’opera fra l’altro era già stata finanziata e al governo Conte toccherà l’onere di sbloccare al Cipe solo un miliardo su sei che servono per completarla. Giusto un paio di settimane fa, inoltre, Toninelli e Conte avevano annunciato – ridaje – lo sblocco dei cantieri sulla Agrigento-Caltanissetta, senza aver la premura di specificare che si trattava soltanto di una piccola parte dell’opera che rischia di non essere mai completata per il malessere della CMC, l’azienda ravennate incarica dell’esecuzione dei lavori. A proposito: le imprese subappaltatrici, che l’Anas avrebbe dovuto pagare direttamente per sopperire alla crisi della concessionaria, non hanno ancora visto un euro. E venerdì potrebbero fermarsi di nuovo. Ma ci sarebbe sempre spazio per un’ulteriore taglio del nastro in salsa grillina, qualora i lavori riprendessero dopo…