Come bambini capricciosi, che disertano la scuola quando non piace il maestro. E’ quello che è avvenuto nelle ultime riunioni della Commissione Bilancio all’Ars, dove è discussione il disegno di legge sul “collegato” alla Finanziaria. Vale una ventina di milioni. Ma i Cinque Stelle non ci sono per protesta. Sono contro la presenza di Riccardo Savona, da poco finito sotto inchiesta per l’utilizzo anomalo di fondi regionali e comunitari destinati ai beni culturali e alla formazione (tramite associazioni a lui riconducibili). Bene, Savona è rimasto presidente della Commissione, nonostante sia stato sottoposto al sequestro preventivo di circa 800 mila euro. Anche se si ritiene estraneo alle accuse. Ai grillini non sta bene: “Finché Savona starà alla guida della commissione Bilancio, noi non ci saremo – ha detto il capogruppo Francesco Cappello – Non è possibile che continui a dirigere i lavori mentre è in discussione quella che è la vera Finanziaria regionale e sulla sua testa pendono accuse gravissime. Nessuno dà per scontata la sua colpevolezza, anzi ci auguriamo il contrario, ma non sempre è possibile attendere il terzo grado di giudizio. Faccia il deputato ma si dimetta dalla presidenza”. Savona, dal suo scranno, può stralciare emendamenti di spesa, proporne e altri e fare tutte le verifiche che vuole sulla macchina dei finanziamenti regionali. Quelli che, secondo la magistratura, avrebbe utilizzato in maniera impropria. Ma l’assenza dei Cinque Stelle – tre deputati su tredici in commissione – non ferma i lavori che vanno avanti: “Una situazione del genere – continua Cappello – dovrebbe far saltare sulla sedia mezzo Parlamento. Invece assistiamo a un silenzio tombale”.